I tempi per la definizione della Legge di Stabilità sono ristretti, ma dal ministro Padoan, ospite alla Festa de l’Unità organizzata a Bologna dal Partito Democratico, arrivano le prime, chiare indicazioni.

Dopo aver risposto in maniera sibillina a D’Alema (“I risultati dell’azione del Governo non si sono ancora visti? Si vedranno presto”) e aver giudicato positivamente le ultime decisioni della BCE sul taglio dei tassi e sul piano di acquisti di titoli collaterali, Padoan entra nel merito di quelle che saranno le linee-guida della Legge di Stabilità prossima ventura.

Anzitutto, rispetto per la sostenibilità dei conti pubblici, quindi sostegno agli investimenti e strada tracciata lungo il cammino delle riforme strutturali. A suscitare maggiori polemiche, nei giorni scorsi, era stato il blocco degli stipendi statali per tutto il 2015. Una decisione giudicata necessaria, in un quadro di revisione complessiva della spesa (resta sul tavolo la proposta di tagli non lineari del 3% per ogni Ministero, ndr), ma che, almeno per le Forze dell’Ordine, potrebbe riservare margini di trattativa. Molto dipenderà anche dalla capacità di incidere in ottica di spending review, e a tal proposito la bozza del commissario Cottarelli verrà presto convertita in proposte d’attuazione concrete.

Fra gli altri temi portanti, le privatizzazioni dei “gioielli di Stato”: Enel, Eni, Poste. Mentre per le prime due aziende tutto procede secondo i piani, col Tesoro che potrebbe collocarne il 5% entro fine anno, diverso e più ragionato è il discorso intorno a Poste Italiane, al centro di un processo di ristrutturazione complessivo. In passato si era manifestata la volontà di collocarne sul mercato il 49%.

Infine, Padoan non esclude sorprese: “Non è detto che non si riesca a tagliare il cuneo fiscale alle imprese”. Parole brevi e non meglio specificate, del resto la reperibilità dei fondi è una questione spinosa, e già l’allargamento dei benefici fiscali (i famosi “80 euro”) a pensionati, famiglie numerose ed incapienti aveva subito uno stop per la medesima ragione.

Un’ultima battuta, poi, sulla flessibilità nel rispetto degli impegni europei, compito che appare quantomeno arduo per il nostro Paese: “Se l’Italia, come credo, darà un messaggio forte in tal senso, la flessibilità ce la danno”.

 

Emanuele Tanzilli

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