Nel calcio, purtroppo, ormai più nessuna partita è tranquilla, c’è sempre quel velo di rischio causato dalle teste calde di certi tifosi, e quindi spesso la Federazione Italiana Giuoco Calcio, anacronisticamente chiamata F.I.G.C., per le partite ad alto rischio, causa tifoserie molto accese o rivalità storiche, è costretta ad escogitare qualche escamotage, per esempio il giocare le suddette partite in orari in cui potrebbe esserci minore aggregazione. Un esempio che calza a pennello è il derby capitolino di domani, che per motivi di sicurezza ed ordine pubblico, non verrà mai più giocato di sera, comportando anche un accesso limitato allo stadio, infatti non ci saranno entrambe le curve, lasciate vuote anche per protesta dopo che il Prefetto Gabrielli, ha deciso di ridurre ambedue con l’inserimento di barriere divisorie. Per ogni settore, infatti, saranno disponibili soltanto 2mila spettatori per ciascuna squadra. Ma tutto ciò è comunque un rischio, perché la domanda sorge spontanea: “ Che cosa faranno gli spettatori scioperanti?”

IL RISCHIO

A tal proposito i suddetti “scioperanti” potrebbero imbastire una comune protesta, riunendosi fuori lo stadio durante il match, ed è proprio quello che teme Franco Gabrielli, il quale confida sia in un elevato utilizzo delle forze dell’ordine che nel buon senso comune che semmai sarà assente causerà una “proroga della condanna”. Ma il rischio sembra probabile poiché alcuni rappresentanti di Curva Sud e Curva Nord in settimana si sono incontrati nei pub capitolini intenti ad organizzare una forma di protesta comune, riunendosi al di fuori dello stadio durante il match. Fino all’ultimo, però, Gabrielli spera che il buon senso comune di ogni tifoseria prevalga onde evitare sia disordini che comporterebbe una proroga della pena. Ma questo rischio potrebbe essere ampliato dall’entrata in gioco di azioni dimostrative dei “cani sciolti”, che incutono più paura delle azioni organizzate e delle infiltrazioni, cioè i vari gemellaggi che ogni tifoseria stringe con quelle di altre squadre, per risposta all’elevato utilizzo di forze dell’ordine fuori lo stadio, rispondendo a Gabrielli che semmai dovesse iniziare un’altra partita al di fuori dello stadio tutti sono “pronti a giocare”. Difatti il prefetto rivela: “Non sono molto sereno, ma il rischio pare contenuto”.

LE SPERANZE

Anche se le azioni imbastite possano causare un malcontento generale, si vuole dare un esempio per il futuro per far capire che lo Stato non è succube delle tifoserie organizzate. Affinchè si ridia credibilità ai provvedimenti presi da enti statali e quel pizzico di passione in più al calcio visto solo come semplice sport e non solo motivo di sfogo di rabbie represse.

Che sia la partita d’esempio affinché il calcio ritorni ad essere semplicemente un piacevole sport.

Eugenio Fiorentino

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