Ieri, 8 maggio, al Cantiere 167 di Scampia è stato presentato un’ospite d’eccezione: Erri De Luca ha incontrato gli abitanti del quartiere e insieme hanno affrontato diverse tematiche. Il Cantiere 167 è uno spazio occupato da pochi mesi, che in breve tempo è riuscito, grazie alla collaborazione dello storico Comitato Vele, a essere un polo di accoglienza e condivisione per la cittadinanza.

Erri De Luca e queste realtà hanno molto in comune. Entrambe spesso hanno dovuto difendersi e resistere dinnanzi alle prevaricazioni, riuscendo in alcuni casi a ottenere la giustizia, ma spesso hanno dovuto confrontarsi con una realtà che non manda giù le verità più scomode. Uno degli ultimi lavori di Erri De Luca, citato spesso durante il dibattito, è appunto La parola contraria scritto in seguito alle accuse di istigazione al sabotaggio a favore della protesta No TAV in Val di Susa.

Ma a fare da sfondo nel corso della discussione è stata la questione dell’abbattimento delle Vele. Dopo trenta anni di lotte, i residenti delle Vele hanno ottenuto il diritto di una casa e per il resto della comunità è stata una vittoria in quanto da anni attendevano un progetto di urbanistica dedicato alle Vele. La battaglia è stata lunga e non sempre in salita ma grazie alla tenacia del Comitato Vele gli abitanti presto diranno addio a quelle che sono passate alla storia come i “carceri speciali.” 

De Luca

Scampia sta entrando in una nuova fase fatta di cultura, creatività, voglia di riscatto e con l’abbattimento delle tre Vele e la riqualifica della quarta riuscirà a liberarsi dai preconcetti e dai pregiudizi. Diversi argomenti sono stati toccati, in particolare lo scrittore De Luca si è soffermato sulla definizione di cittadini intesa oggi in Italia. 

“Quello che è cambiato oggi rispetto ad allora è un peggioramento della condizione di cittadini. In passato si era cittadini tutti, c’erano i cittadini poveri, quelli sgangherati, quelli che non avevano case ma sapevano insomma di essere cittadini di questo paese. Oggi si è passati lentamente da cittadini a clienti, si è valutati in base al proprio potere d’acquisto. Non hai diritto alla sanità, sei un utente dell’azienda sanitaria locale. Ma la sanità non è un’azienda, la sanità è un diritto sancito dalla Costituzione. Se non sei più cittadino e diventi cliente ecco che sei valutato in base al tuo potere d’acquisto. Il cliente rispetto al cittadino è isolato, il cittadino appartiene ad una comunità, il cliente appartiene invece ad una categoria merceologica. Questo è successo per la scuola, per la sanità e anche per la giustizia. Questa degradazione da cittadini a clienti è quella della quale siamo investiti tutti quanti noi in Italia”.

Nella città partenopea la situazione sembra essere diversa: “oggi a Napoli si sta sperimentando qualcosa che è diverso da quello che succede nel resto d’Italia. Il problema principale in Italia con la classe dirigente è la corruzione. Mi sono occupato di lotte che guardano proprio a questo, all’indifferenza del potere pubblico nei confronti dei diritti elementari dei cittadini per imporre i lavori pubblici a delle ditte legate ai partiti e quindi con lavori assegnati per motivi di corruzione e calpestando i diritti dei cittadini. Non sono più cittadini, diventano sudditi di un governo che decide per loro. A Napoli si è interrotto il circuito asfissiante della corruzione. Qui nel Comune di Napoli sono riusciti ad impedire che le ditte mettessero le mani sul denaro pubblico”.

Erri De Luca ha la capacità di coinvolgere, un uomo che ha deciso di dedicare la propria vita alla lotta per la giustizia e la verità attraverso le parole. Una vita fatta anche di sacrifici e di salvezze per poi raccontarla al suo pubblico. L’uomo ieri si è raccontato ai presenti e li ha incoraggiati a continuare il lavoro che da anni gli abitanti e le associazioni compiono per il quartiere.

De Luca

“Questo posto, questo luogo che è stato infamato e diffamato e che ha subito una mortificazione civile è un luogo che si sta muovendo con un mucchio di iniziative da molti anni a questa parte, con tante piccole iniziative dei cittadini che fanno non solamente resistenza ma fanno proposte. Voi in particolare state facendo un esperimento di cittadinanza che non esiste in giro per l’Italia. Io mi sono occupato di salvezze, sono stato in mare con delle navi di volontariato che vanno a salvare i naufraghi per il Mediterraneo e lì si tratta proprio di salvezza. Delle persone che stanno sul piano più basso possibile della loro condizione di vita di oppressione che hanno attraversato deserti, condizioni di sterminio per cui sono stati selezionati da una serie di filtri micidiali, di carceri, di torture, di lavori di schiavitù e che finalmente riescono a imbarcarsi su delle camere d’aria che sono aperte, che si sgonfiano mentre camminano.

(…) Lì ho visto il passaggio dal punto più basso della vita delle persone che era quella zattera al piano rialzato. Ho visto salire, riaffiorare delle vite che sono state materialmente salvate. Noi ci troviamo in una situazione paragonabile a questa. Siamo continuamente dentro a delle zattere dove le persone possono andare alla deriva o possono essere salvate. Questo posto è una nave di salvataggio, questa è una nave che sta salvando delle persone.

È un esperimento nuovo che si sta materializzando adesso. Il fatto che ci siano tante persone ora in un giorno feriale qui dentro è il segno che c’è un fermento che altrove non c’è. Considero questa città e questo quartiere un punto di avanguardia della coscienza civile di questo paese. Voi dovete essere fieri di abitare qui. I vostri figli saranno fieri di essere stati figli di quelle persone che hanno cambiato questo paese. È esistita la realtà di Gomorra ma voi state scrivendo il secondo capitolo“.

Maria Baldares

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.