«En Marche è il frutto di una riflessione collettiva che fa ritornare i cittadini al centro della vita politica. Lavorare oggi per il mondo di domani… Ecco la scommessa di Emmanuel Macron!»
Scommessa, rinnovo, partecipazione svolgono il ruolo di parole chiave all’interno della proposta politica di Emmanuel Macron, trentanovenne avvezzo alla comunicazione della realtà social e d’impatto del XXI secolo, candidato alle presidenziali francesi del 2017.
En Marche! nasce il 6 aprile 2016 come alternativa politica disinteressata alle ideologie di destra e di sinistra: la marcia di Macron vuole riflettersi nei cittadini di Francia, nelle loro esigenze, nella loro voglia di riscatto, nelle loro speranze.
Il “movimento” di Macron ha dunque le sembianze di una proposta di rottura “per il rinnovamento della vita politica” – una sorta di rottamazione di ciò che è consunto in favore di ciò che, ad oggi, crede di poter vantare linfa vitale.
La rapida ascesa di Macron alla candidatura alle elezioni presidenziali francesi è stata accompagnata da una proposta politica che, similmente a un puzzle di cui si ignora l’immagine intera, è andata componendosi per gradi: un tassello alla volta. Sprovvisto inizialmente di un programma, En Marche! si è presentato alla cittadinanza francese con la promessa di quattro solidi valori: il lavoro, la libertà, la fedeltà e l’apertura – quattro concetti che da sempre allettano gli elettori.
Il 2 marzo 2017 il “volto nuovo” del palcoscenico politico francese ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha reso noto il programma che intende attuare da Presidente: il puzzle, finalmente completo, restituisce un candidato soprattutto europeista, che strizza l’occhio ad alcune ragioni degli elettori di destra e ad altre degli elettori di sinistra.
In un momento di incertezza, delusione e diffidenza, En Marche! di Emmanuel Macron potrebbe dunque essere il compromesso più accettabile per l’elettore che non può o non vuole rinunciare del tutto ai propri principi.
Le sei grandi aree di interesse che il leader stesso, a tu per tu con l’elettore, identifica nella premessa al proprio programma sono la formazione e la cultura, il lavoro, la modernizzazione dell’economia, la sicurezza nazionale, il rinnovamento democratico e la difesa degli interessi della Francia – non manca, inoltre, il riferimento alla causa della parità tra uomo e donna, questione attualmente molto viva.
Tra le sei aree appare particolarmente pertinente al malcontento cittadino nei riguardi della classe politica il rinnovamento democratico, che si propone di ridurre i privilegi e al contempo di rafforzare la trasparenza e la partecipazione della popolazione alla vita politica – spicca, in tal senso, l’abolizione del regime pensionistico speciale di cui godono i parlamentari.
Nel tentativo di comprendere l’ascesa di Macron è utile estrapolare dalle sei aree di interesse la posizione di En Marche! nei confronti di alcuni punti sensibili di questa campagna elettorale:
-
Unione Europea
«L’Unione europea resta la miglior garanzia di pace per il continente», è quanto si legge tra le righe esplicative del programma. L’affermazione, come è evidente, chiarisce quale sia la posizione della proposta politica di Macron, che si pone tre obiettivi fondamentali: ristabilire la fiducia nei confronti dell’Europa, rafforzare la sovranità dell’Unione, rafforzare l’identità europea.
Con riferimento al secondo proposito, sono cinque gli ambiti entro cui appare necessario agire, e uno di questi riguarda la difesa delle frontiere e dunque la sicurezza internazionale. Macron propone una corpo di polizia di frontiera europea composto da cinquemila uomini, supportato dall’Unione e teso a difendere e rinforzare i confini, ciò al duplice fine di contrastare il terrorismo e gestire il flusso migratorio. Non mancano riferimenti alla globalizzazione intesa dal punto di vista economico, laddove il giovane leader auspica un’Unione che faccia fronte comune anche in ambito di investimenti e attività commerciali. Un’UE dunque da preservare e rinnovare al fine di ritrovare quell’unione e quei valori comuni che ne avevano concesso la nascita.
Il palcoscenico internazionale descritto da Macron è condizionato da conflitti e nazionalismi che minano la globalizzazione e la pace, ed è in tal senso che l’UE si configura quale soluzione ad ambedue le problematiche: uniti e al riparo dalla convinzione che la chiusura possa essere una chance anziché una rottura, i Paesi Membri possono ripartire assieme e fronteggiare la crisi umanitaria ed economica.
-
Migranti e diritto d’asilo
In coerenza al proposito di apertura, Macron propone una politica volta all’accoglienza che favorisca gli scambi culturali e renda la Francia parte attiva nell’offrire riparo a una «giusta quota» di rifugiati, senza rinunciare ai processi tesi a garantire la sicurezza nazionale, ciò attraverso un attento esame delle richieste d’asilo, le cui tempistiche non dovranno superare i sei mesi complessivi.
La «priorità assoluta» identificata da En Marche! resta tuttavia l’integrazione, da attuare assicurando gli strumenti utili all’acquisizione della lingua francese e di un’educazione che consenta di apprendere «i diritti e doveri, e in particolare i diritti delle donne e della laicità» – in tal senso, è dunque ribadita l’importanza del rispetto della cultura e della tradizione francese. -
Lavoro e produttività
La “diagnosi” proposta in questo ambito descrive una Francia precaria e insoddisfatta, reduce da un periodo di profonda crisi. Macron, assecondando il malcontento, riconosce le problematiche esistenti e identifica quali obiettivi da perseguire la riduzione del tasso di disoccupazione e l’incremento della soddisfazione del cittadino nei riguardi dell’attività professionale svolta. In concreto si propone, tra le altre cose, di ridurre il divario tra retribuzione netta e lorda a vantaggio della prima, favorire gli investimenti dei datori di lavoro riducendo il costo della manodopera poco qualificata, disincentivare i contratti a tempo determinato, introdurre un sussidio universale di disoccupazione a carico dello Stato, porre in essere la possibilità di derogare alle direttive nazionali – comprese le discusse trentacinque ore – nelle contrattazioni tra dipendente e imprenditore, ridurre le tasse sulle imprese al 25% nell’arco di un quinquennio.
Ognuno degli obiettivi citati ha le radici nella convinzione che la Francia debba modernizzare la propria economia, il proprio approccio all’ambito lavorativo e debba, in ultimo, valorizzare la specializzazione professionale e pertanto favorire i percorsi formativi.
In un contesto che vede il PS monco della fiducia di molti elettori e i cittadini stremati dall’état d’urgence, l’En Marche! di Emmanuel Macron che promette una Francia nuova da costruire “insieme” potrebbe dunque rappresentare l’alternativa più convincente.
A ribadire l’esistenza di una crisi dei consensi e delle idee sono anche i più recenti sondaggi dedicati alle presidenziali francesi, che identificando in Marine Le Pen e in Macron i due leader più quotati denunciano una nazione minata da una profonda spaccatura: da un lato il nazionalismo, dall’altro l’europeismo, da un lato un partito rinato e rinnovato, dall’altro un movimento neonato e rinnovatore.
Rosa Ciglio