Dopo 12 giorni di lavoro tra il Dagl, ministero dell’Economia e la Ragioneria generale alla ricerca delle coperture, insieme alla collaborazione dei Ministeri più coinvolti, ad esempio quello delle Infastrutture, i tecnici, nella giornata di oggi potrebbero dare il via al testo per poi finire tra le mani del Quirinale.
Il Presidente Napolitano, pare non abbia formalmente ricevuto nulla, né una bozza, né un testo base, così come non sia arrivata nessuna raccomandazione verso il Governo, presieduto da Matteo Renzi. In realtà, le modifiche, pare siano state portate avanti praticamente dalla Direzione affari giuridici e legislativi, impegno dovuto all’alleggerimento di molte norme.
A saltare, molte norme previste dallo Sblocca-Italia, soprattutto in materia edilizia, le incostituzionalità sottolineate sono quelle che vedono il regolamento edilizio unico standard per tutti i comuni, la limitazione temporale al potere di autotutela delle pubbliche amministrazioni straordinarie in casa. Si è passati da 100 a 51 articoli, lo sfoltimento non è da poco se si pensa che a saltare siano state quelle norme molto attese dal settore delle costruzioni. A sottolineare la propria delusione è il presidente del Consiglio nazionale degli architetti: “Grande delusione degli architetti italiani per gli esiti a cui sembra avviato il Decreto Sblocca Italia – sottolinea Leopoldo Freyrie – che poteva e doveva essere il primo atto di una seria azione di investimenti intelligenti nell’edilizia e nella politica di rigenerazione delle città e dal quale risulta addirittura clamorosamente scomparso persino il Regolamento Edilizio unico”.
Non solo, a saltare anche la riconferma dell’ecobonus 65% per risparmio energetico e prevenzione antisismica, slittando di conseguenza nella legge di stabilità. Non c’è più nemmeno lo sblocco dei cantieri minori, l’abolizione della responsabilità solidale fiscale tra appaltatore e subappaltatore, le semplificazioni delle autorizzazioni paesaggistiche per gli impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili.
Il più del lavoro, comunque, è stato quello direttamente collegato al Ministero dell’Economia, con l’impegno di trovare tutte le coperture per mantenere vivo il decreto. Il testo, ora, pare sia a posto e potrebbe arrivare l’ok, se tutto andrà per il verso giusto anche il Qurinale lo riceverà, andando in Gazzetta ufficiale già da domani, se Napolitano farà delle osservazioni il provvedimento tornerà sotto la lente d’ingrandimento.
Luca Mullanu