Il day after a Genova è una tragedia: scuole chiuse, strade vietate alla circolazione nel centro della città e nella zona della Valbisagno dopo l’alluvione che ha colpito il capoluogo ligure. La Protezione Civile regionale sta facendo appello ai cittadini che vivono nella parte di Genova attraversata dal torrente Bisagno di restare in casa e rifugiarsi ai piani alti.
L’acqua, in alcune zone, è arrivata all’altezza di un metro e ottanta, ma il temporale non smette nonostante il rallentamento di queste ore, questo potrebbe cnsentire il deflusso delle acque esondate. Il Comune di Genova, comunque, ha disposto il divieto di circolazione di mezzi privati nei quartieri della Foce, Marassi, San Fruttuoso e Quezzi. La circolazione resta vietata, chiuse tutte le strade più vicine al Bisagno e anche il casello di Genova Est sulla A12 risulta chiuso, ridotte molte corse degli autobus in numerose zone.
Arrivano le prime critiche all’operato della Protezione Civile, Pannellatore di Limet spiega che l’alluvione che ha travolto Genova “non solo si poteva prevedere, ma noi di Limet l’abbiamo previsto”. Attorno a Genova era stata individuata una linea di convergenza, tra i venti di scirocco dal Tirreno e di grecale dalla Pianura Padana con la formazione di temporali autorigeneranti. La situazione che si andava delineando era assolutamente paragonabile all’alluvione del novembre 2011. Il fenomeno però è ancora in atto e la situazione è critica”. Pannellatore fa parte di Limet, l’associazione ligure di meteorologia, ed è previsore del centro meteo di Portosol.
Intanto risponde subito l’assessore regionale alla protezione civile Raffaella Paita fa sapere “L’allerta meteo per l’alluvione di Genova non è stata data perché le valutazioni dell’Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l’allarme”. Ma la Procura di Genova aprirà un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte dell’uomo di 57 anni travolto dalla piena del torrente Bisagno.
Luca Mullanu