La Lega Nord, prima chiamata Lega Lombarda, nasce negli anni Settanta rivolgendosi ai ceti più bassi del Settentrione ”mettendoli in guardia” dalla crescente immigrazione dei Meridionali. In quegli anni era boom di immigrati dal Sud al Nord. Essi parlavano un dialetto sconosciuto, si accontentavano dei mestieri e delle case più umili, arrivavano spesso ad avere sette-otto figli ed erano guardati con sospetto dalla popolazione locale, che li accusava di rubare il lavoro e di riprodursi come conigli. È in questo clima di paura e disprezzo verso i nuovi arrivati che la Lega Nord ha pesantemente attinto.

Tutto ciò ha funzionato e funziona ancora. Il partito nutre ampi consensi soprattutto nelle province più piccole lombarde di Varese, Lecco, Bergamo, mentre attecchisce meno a Milano.

Nessun leader della Lega è mai stato milanese: Bossi, Maroni, Calderoli, Speroni, Castellazzi, Borghezio, fino ad arrivare a Salvini. È proprio quest’ultimo, cosciente dei cambiamenti avvenuti nel corso degli anni in Italia, ad aver dato un’impronta nuova al partito. Ora il problema non sono più i Meridionali, ma gli immigrati e i Rom.

stop immigrazione legaEd ecco la nuova Lega di Salvini. Cambia il capro espiatorio, da anti-meridionalisti a lepenisti, ma le dinamiche sono le stesse: l’odio verso il diverso, verso gli ultimi.

D’altronde anche gli immigrati, come i Terroni di quarant’anni fa, parlano una lingua diversa, rubano il lavoro, sono sempre in coda negli ospedali e così via.

Se non ci fossero stati i Meridionali ieri e gli stranieri oggi forse la Lega Nord non sarebbe mai esistita. Un partito che vive solo di odio verso il diverso. Quando arrivano i barconi pieni di migranti da Lampedusa il più contento è Salvini, che dice di non volerli, perchè solo grazie a loro può continuare il meccanismo che i suoi predecessori hanno portato avanti negli anni. Cosa ne sarebbe della Lega Nord senza i tanto disprezzati immigrati?

Vincenzo Nicoletti

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