Accadde trent’anni fa. Il giudice Alfonso Lamberti, originario di Cava De’ Tirreni, era il procuratore di Sala Consilina e si stava occupando, all’inizio degli anni Ottanta, di numerosi processi contro esponenti della criminalità organizzata. Nello specifico, il suo impegno era rivolto ai casi di omicidio nei confronti di numerosi giuristi salernitani. Il 29 Maggio 1982, Lamberti aveva deciso di portare sua figlia Simonetta a Vietri Sul Mare. Di ritorno dalla passeggiata, la sua auto fu affiancata da un’altra autovettura da cui partirono numerosi colpi di pistola che centrarono alla testa la piccola Simonetta di appena 11 anni, mentre il giudice fu soltanto ferito.
Le indagini sull’omicidio entrarono in crisi nel 1993: il giudice Alfonso Lamberti fu arrestato a causa delle dichiarazioni rilasciate da Pasquale Galasso, in cui definì Lamberti un “organico alla camorra”. Stando alle dichiarazioni, Lamberti avrebbe favorito Carmine Alfieri e lo stesso Galasso, emettendo sentenze che annullavano “misure di prevenzione personale e patrimoniale” a loro carico. Il dolore per la perdita della figlia unito alle accuse che infangavano il suo nome portarono il giudice a tentare il suicidio in carcere. In questo articolo di Repubblica del 1993 si parla delle rivelazioni e di altre questioni di cui Fonz ‘a manett (soprannome dato al giudice Lamberti) era accusato. Dal carcere dichiarò:
«Dovevo nasconderti agli occhi degli assassini, dovevo sapere che, anche tu, eri vittima predestinata all’olocausto». E quindi: «Non cercare di rialzarmi dalla polvere in cui mi prostro, non sollevare la mia pesante croce; ascolta, senza lacrime, le mie urla, si perdono nelle notti angoscianti; raccogli, con un benevolo sorriso, con uno sguardo ammiccante, a piene mani, senza respingerlo, il mio strazio, le mie turbolenze psichiche»
Da allora Simonetta è un simbolo per l’associazione Libera di don Luigi Ciotti ed il suo ricordo è vivo a Cava De’ Tirreni. A lei furono dedicati lo stadio della città di Cava De’ Tirreni ed un cippo marmoreo spezzato sito nella villa comunale, la biblioteca del “Museo del Mare” di Bagnoli e, nel secondo anniversario dalla scomparsa, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini scoprì una targa nella biblioteca della scuola. Nel 2006 Saviano indicò nel suo libro Gomorra, Raffaele Cutolo come uno dei mandanti dell’omicidio ma, ben sei anni dopo, nel 2011, Antonio Pignataro rivelò la sua collaborazione con Giovanni Gaudio, collaboratore di giustizia della camorra. La CittàDiSalerno ne parla in questo recentissimo articolo datato 1 Luglio 2015.
Ieri, 11 Settembre 2015, dopo una lunga malattia, il giudice si è spento. Pare, infatti, che quella ferita da arma da fuoco di tanto in tanto gli provocasse crisi epilettiche.
I funerali dell’uomo si terranno alla Chiesa Nuova di San Vito Martire.
Sara C. Santoriello
Vicenda triste, fa male solo a pensare…