I recenti e numerosi incendi boschivi che stanno caratterizzando questa estate, interessando soprattutto la Campania e la provincia di Salerno, hanno ridotto in cenere ettari ed ettari di bosco, colture agricole e pascoli, minacciato abitazioni e infrastrutture di ogni genere.
La soprannominata “stagione degli incendi” sembra essere più aggressiva e longeva del solito. Colline, montagne, parchi protetti, persino il Vesuvio, sono ormai da giorni in balìa delle fiamme e del fumo che rende l’aria irrespirabile e il caldo ancora più torrido.
Il famigerato Monte Caruso, a Cava De’ Tirreni, continua a bruciare dallo scorso sabato, accompagnato dal parco regionale Diecimare e da buona parte della località Citola, a confine con Nocera Superiore, a poche decine di metri dalle abitazioni.
Gli incendi degli ultimi giorni hanno interessato anche il Parco Nazionale dei Monti Lattari, raggiungendo molti sentieri naturali nelle località di Positano e Amalfi.
I vigili del fuoco sono all’opera da circa una settimana per cercare di domare il più possibile le fiamme ed hanno richiesto l’intervento dell’Esercito.
Stando ad alcune fonti la situazione sarebbe sotto controllo.
Non si può dire lo stesso dello spaventoso focolaio che ha interessato le pendici del Vesuvio, le quali continuano ad ardere incessantemente. Sono ormai giorni che una densa coltre di fumo lunga 2 km ha invaso la zona dei paesi vesuviani, tanto che molte abitazioni sono state evacuate perché considerate inagibili.
Coinvolti i comuni di Boscotrecase, Trecase, Ercolano, Terzigno, Ottaviano e Torre Annunziata. Gli incendi principali, ma non unici, sono due: il primo sviluppatosi ad Ercolano e il secondo ad Ottaviano. Quasi accertata la natura dolosa delle fiamme. Tre le procure che indagano: Torre Annunziata, Nola e Napoli.
Il Vulcano sembra ormai invisibile, avvolto com’è dal fumo grigiastro, sfortunatamente causato non solo dagli arbusti secchi, ma anche dai rifiuti, spesso tossici, che per anni sono stati sversati sulle pendici della montagna da coloro i quali non hanno avuto premura della difesa dell’ecosistema, tanto raro quanto unico, del Vesuvio.
Bisogna anche tener presente che il fuoco provoca numerosi danni all’ambiente in cui viviamo. Secondo le principali riviste scientifiche, tra le principali conseguenze di carattere ecosistemico indotte dagli incendi vi è il trasferimento nell’atmosfera di circa 200 composti inquinanti (metano, idrocarburi, monossido e biossido di carbonio, ossidi di azoto e particolato), che derivano dai processi di combustione parziale degli alberi e degli arbusti.
Di questa spiacevole immissione risente molto il famigerato effetto serra, di cui tanto si è discusso negli anni scorsi.
Flora e fauna soffrono continuamente per mano di piromani, spesso ignoti, spesso impuniti.
Lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è raccapricciante e ci si sente impotenti di fronte al grido di aiuto che i nostri boschi e le nostre foreste emanano. Un grido sordo, silenzioso, ma che si fa sentire benissimo e che richiama la nostra attenzione su quali siano le cause reali che spingono qualcuno a godere di tutta questa sofferenza.
Maria Iemmino Pellegrino