Non credevo che avrei mai avuto la necessità di scrivere quanto sto scrivendo, per quanto l’argomento in sé sia talmente pleonastico da rendere inutile ogni apologia, superflua ogni parola.
Arriva però un momento in cui “davvero, basta” perché da una menzogna ad un insulto si travalica sistematicamente nella demagogia spicciola, e nella manipolazione mediatica per cui io, che cerco di ritagliarmi uno spazio nel settore, non posso accettare di tacere.
Gli italiani sono razzisti. Chiaro, evidente, come anche questo recente studio ha dimostrato. Un razzismo che deriva in larga parte dall’ignoranza e dalla pigrizia, nonché da una certa morbosità della stampa nazionale nel solleticare gli istinti più viscerali del lettore medio, quello che alla mattina s’alza dal letto col dichiarato proposito di prendersela con qualcuno.
Gli immigrati ci assediano, ci subissano, ci derubano e sottraggono il lavoro. Inoltre, gli immigrati campano da nababbi sulle spalle del contribuente (non quello che li insulta, però, perché di solito quello le tasse neanche le paga), per rievocare la leggendaria metanarrazione dei 35 euro al giorno: soldi che in realtà finiscono sugli italianissimi speculatori che gestiscono i centri d’accoglienza (se Mafia Capitale può suonare come esempio, tanto meglio), ma vallo a spiegare all’italiano, che magari poi s’incazza con le persone giuste e non sia mai.
Poi, a gennaio, arriva uno studio della fondazione Leone Moressa a far crollare l’incanto: l’8,8% della ricchezza nazionale è prodotto proprio dagli immigrati. Un valore assoluto di 123 miliardi di euro che questi “parassiti” apportano all’economia italiana e che, al netto delle spese e dei costi, rende un saldo positivo di 4 miliardi che vengono, naturalmente, impiegati per sostenere la fiscalità generale.
Quindi, a conti fatti, gli immigrati aiutano a pagare le pensioni anche a quella straripante fetta di razzisti che ogni giorno decantano le lodi di ruspe e affondamento dei barconi, quegli xenofobi che scarabocchiano motti fascisti sui muri e sui vagoni della metro (giusto perché al patrimonio nazionale ci tengono), e magari in finale di Champions’ tifano pure Barcellona per fare un dispetto alla Juventus.
Certo è evidente che il problema esista, sia grave e che l’Europa finora l’abbia affrontato nella peggiore delle maniere, con la totale mancanza di coordinazione che da sempre la caratterizza e con sprezzo dell’umanità in favore di un contenimento dei costi. Prima il bilancio, poi la coscienza.
Facile, per i populisti di matrice salviniana e casapoundica fare voce grossa contro gli immigrati ed additarli come la sorgente di ogni male. Chissà se di orgoglio si tratta, o di un lieve senso d’inferiorità: forse vorrebbero esserci loro, sui barconi coi trafficanti, stesi sui cartoni sporchi nelle stazioni, in fila per un piatto di pasta al buon cuore della Caritas, della Croce Rossa e delle altre associazioni che si prodigano di aiutare i disperati.
Eppure erano buoni, quegli stessi immigrati, quando si trattava di strapparli con la forza per portarli a lavorare nelle piantagioni di mais e di cotone. Erano buoni, gli immigrati, quando i colonizzatori li trattavano come giocattoli da portare nelle cave o nelle miniere di carbone e di diamanti. Erano buoni, gli immigrati, quando lavoravano per noi come schiavi senza opporsi né ribellarsi.
Che dire, si saranno a tal punto affezionati da voler ritornare a farci compagnia: noi, invece, nell’amara solitudine della nostra asprezza, voltiamo il capo e additiamo i titoli di Libero, il Giornale o il Tempo: la fiera della banalità, la quintessenza della prostituzione intellettuale.
Tranquilli, la storia non è cambiata di una virgola, come nella più classica delle sfumature vichiane si ripete e siamo ancora noi gli sfruttatori. Quattro miliardi potranno sembrare pochi, nel mare sterminato di mafia e corruzione che ci annega l’anima, ma sono pur sempre la dimostrazione che se gli immigrati sono un problema, i razzisti lo sono ancor di più.
Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli
Illustrazione di Antonio Sciuto per MamAfrica
Ciao Emanuele.
quello che hai scritto è la “vera verità”, quella che ad oggi non interessa a nessuno , se non per fare antipropaganda e populismo (nel più becero dei modi). Come ben vediamo dai settoriali media, ogni occasione è buona per additare una persona diversa dall’italiano che in questo momento (dicono) va tutelato e preservato prima di chiunque altro…. La storia è sempre la stessa: dovremmo solo augurarci che qui scoppi una guerra enorme e, solo per un attimo, dover immaginare di fuggire e di non essere accolti da nessuno……
complimenti per l’articolo
Da convinto pacifista mi auguro non accada mai, ma ti ringrazio di cuore per i complimenti.
I contribuenti stranieri sono 3.5 milioni , peccato che in Italia siano il doppio , senza calcolare i clandestini
Scusa se mi permetto, ma da libero professionista dovresti sapere che la pensione di tutti la stanno pagando da anni le partite IVA grazie a quel mostro che si chiama gestione separata dell’INPS. In questo senso il titolo dell’articolo è quantomeno fuorviante. Inoltre dire che gli immigrati pagano la pensione anche ai razzisti è un’ovvietà e in quanto tale, questa si, demagogica e populista. Per estensione, i fascisti pagano la pensione ai comunisti, gli onnivori ai vegetariani, i gay agli omofobi. L’obbligo alla contribuzione non cambia in base a distinzioni arbitrarie fra le varie categorie.
Non solo salviniani e casapoundisti, ci sono pure pdl e pd e cattolici etc etc… L’ignoranza diffusa é un problema generale, da non ridurre a partiti campione o a semplici gruppi di persone…
Questo articolo è una generalizzazione bella e buona… Ci sono tantissime comunità che non speculano sugli immigrati, ci sono tantissime comunità o centri di accoglienza che lavorano ogni giorno con la massima serietà facendo enormi sacrifici in un contesto socioculturale che non fa altro che crearti ostacoli, perché ormai il concetto è quello : chi ha una comunità sfrutta gli immigrati..le solite generalizzazioni che non fanno bene a nessuno. Mi chiedo perché non iniziare a scrivere qualcosa di diverso in questo tragico momento che vive l’Italia, mi chiedo perché non raccontare le storie di tutte quelle persone che ogni giorno lavorano nel rispetto delle vite umane, per portare avanti un concetto diverso di comunità e soprattutto di umanità.. Siete vittime dei media e di quello che vogliono raccontarvi.. Per ogni delinquente che specula sulla vita delle persone ce ne sono altrettante oneste. Non dimentichiamolo.