L’Ocse taglia le stime di crescita dell’Italia. I problemi sono la domanda troppo debole e il rischio molto alto della deflazione. L’Eurozona è ancora messa male e il nostro Paese è l’ultimo della classe tra quelli presenti nel G-7. Le revisioni dell’Ocse parlano chiaro: il Pil italiano, per il 2014, scenderà dello 0,4%, contro il +0,5 dello scorso maggio. Tra i Paesi europei, l’Italia è quella messa peggio: è l’unico Paese in recessione tra i grandi d’Europa.
Nel 2014 la crescita non supererà lo 0,8%, nessuna ripresa rapida per l’Europa, per la Germania è previsto un pil dell’1,5%, mentre i cugini francesi si confermeranno intorno all’1%. Ma l’Ocse commenta: “Vista la debolezza, la flessibilità dell’interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita” – continua poi – “il continuo fallimento dell’economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva sottolinea l’urgenza di sforzi di riforma ambizioni”. Extra time difficile per l’Europa, visto che il recupero della crescita “rimane deludente, specialmente nei Paesi più grandi come Germania, Francia ed Italia”.
Ma se l’Ocse fotografa una situazione pessima per l’eurozona, Standard & Poor’s non è da meno: taglia le stime della crescita e prevede che l’Italia resti ancora ferma nel 2014. Se prima stimava un +0,5% del Pil italiano, ora si torna a 0. Al ribasso vengono riviste anche le stime di Francia (a +0,5% da +0,7%) e Olanda (a +0,8% da +1%), mentre restano invariate quelle di Germania (+1,8%), Spagna (+1,3%) e Belgio (+1,1%).
Le stime mettono in crisi l’intero sistema europeo, gettano ombre sulla possibile ripresa economica e rivelano che, molto probabilmente, il peggio non è ancora arrivato: “i deludenti risultati gettano dubbi sulla sostenibilità della ripresa nella zona euro”, dice S&P, “le condizioni dell’area restano molto fragili”. Gli analisti dell’agenzia di rating nello specifico affermano: “sono tre i fattori alla base di questi segnali di debolezza: la crescita degli scambi mondiali è stata abbastanza modesta finora; gli investimenti delle aziende hanno mostrato solo piccoli segnali di ripresa; le sofferenze dell’Italia, invece, sono diventate più pronunciate”. Italia che viene vista ancora al palo: “bloccata dalla recessione” e l’impatto degli 80€ avrà un effetto dello 0,1% contro lo 0,3% previsto.
Pessima notizia per il Governo italiano, che con il bonus fiscale sperava in un mini rilancio dell’economia nazionale, per S&P pesano “il rallentamento dell’export e i ritardi delle riforme fermano gli investitori”. Promossa, invece, la Bce: “Pensiamo – sostengono gli analisti – che gli annunci da parte della Bce di ulteriori tagli ai tassi di interesse, di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine e di acquisti di titoli garantiti possano spingere la crescita nel medio termine, aprendo anche la strada a un programma di allentamento monetario attraverso un piano di quantitative easing pienamente implementato”.
Luca Mullanu