Un barcone gremito di persone, presumibilmente in viaggio per l’Europa, è naufragato nel Mar Libico, a largo delle coste di Tajoura, città a est di Tripoli. I soccorritori fino ad ora sono riusciti a salvare solo 26 dei presunti 250 passeggeri. Il portavoce della Marina di Tripoli, Ayub Qassem, annunciando l’incidente ne ha enfatizzata la sua tragicità, plaudendo il lavoro dei soccorritori per il coraggio mostrato nell’affrontare queste operazioni con lo scarso equipaggiamento a disposizione.
Si presume che sul barcone ci fossero più o meno 250 persone, di cui la maggioranza donne, da poco salpate dalle coste di Tajoura, nella speranza di raggiungere quelle italiane, a 700 chilometri di distanza, quando un guasto al motore le ha fermate lasciandole in balia del mare. I soccorritori, a bordo dei pochi pescherecci a disposizione e di un rimorchiatore prestato dal Ministero del Petrolio, hanno messo a repentaglio le loro stesse vite nelle operazioni di salvataggio e sono ancora impegnati nella ricerca dei sopravvissuti e nell’identificazione di chi purtroppo non ce l’ha fatta.
Nella zona operano anche navi italiane, a supporto della locale guardia costiera nel contesto della missione Mare Nostrum, che nelle ultime 48 ore sono state coinvolte nel salvataggio di circa 600 migranti in tre distinte operazioni.
Il flusso migratorio sembra però inarrestabile con continui sbarchi sulle coste italiane e con le capitanerie di porto impegnate nelle operazioni di intercettazione e soccorso di pescherecci e barconi dove si affollano uomini e donne stremati da traversate al limite della sopportazione umana. Esemplare il battello di siriani che ha ricevuto il soccorso della Guardia Costiera di Crotone nella notte di sabato: sessantotto uomini, ventotto donne e ventidue minori (tra i quali alcuni neonati), che hanno affrontato una settimana di viaggio in mare per raggiungere le coste calabresi, nessuno dei quali in pericolo di vita, che saranno trasferiti al centro d’accoglienza di Sant’Anna.