Ritorna il consueto appuntamento con ItinerArte e riprende dunque, il nostro viaggio alla scoperta di opere suggestive e di artisti memorabili: questa settimana facciamo tappa a Parigi per meglio conoscere il fascino delle creazioni di Edgar Degas.
Seppur considerato uno dei pittori più rappresentativi dell’Impressionismo francese, Degas è colui che maggiormente si distacca da tale corrente, serbando una determinante dose di originalità. Egli difatti, accantona la tecnica dell’en plein air, mostrando un’attrazione minore nei confronti dell’evanescente luminosità, dominante nelle tele dei suoi compagni, e un più rigido controllo della scena pittorica, convinto del fatto che l’artista debba possedere la libertà di intervenire sul soggetto, cogliendone solamente i tratti più interessanti: è in tal caso evidente l’influenza dei maestri del Rinascimento che il pittore parigino ha il piacere di studiare durante un soggiorno in Italia.
Degas più che altro, si lascia accattivare dalle sottigliezze della quotidianità, dal movimento ritmico dei gesti più banali e semplici che rappresenta seguendo le linee del disegno e le norme della prospettiva, stravolte però, con singolare audacia: pur non dipingendo all’aperto, egli ha saputo, meglio di ogni altro impressionista, trapiantare nei quadri l’immediatezza e la spontaneità della vita di tutti i giorni.
Tra i soggetti prediletti da Degas, vi sono senza ombra di dubbio le ballerine, osservate mentre si allenano o provano dietro le quinte di teatri e caffè-concerto: l’atmosfera è delicata e bohémien ed i particolari, quali nastri, scarpette e tutù risaltano con raffinatezza.
In una delle opere più note dell’artista parigino, “Classe di danza”, tutto è reso con grande dinamicità e lo spazio della scena gode di un’assoluta profondità, grazie al taglio dei margini dell’inquadratura e alla collocazione, in basso a destra, del punto di vista. La luce pare, a primo impatto, quasi immobile ma da un’analisi più attenta, emerge la sua capacità di scivolare lungo i rasi dei fiocchi e le pieghe vaporose del tulle che avvolge teneramente il bacino delle ballerine.
Intorno al 1880, Degas assume una sensibilità più ‘impressionistica’, optando per colori più vibranti e per la modulazione atmosferica di quest’ultimi. Il disegno inizia pian piano a perdere vigore, preservando comunque la sua essenzialità, a favore di una nuova ed intensa luminosità: è ciò che si evince da “Le stiratrici”, dove ad essere scrutato è, questa volta, il mondo del lavoro femminile.
La scossa tremante e al contempo squillante delle cromie affiora ancor di più nei pastelli in cui, solitamente, compaiono donne alla toeletta impegnate in atti aggraziati, colte inconsapevolmente dall’occhio curioso dell’osservatore. In “La Tinozza” colpisce la presenza della mensola che dolcemente rompe lo spazio pittorico, giustificando la ripresa dall’alto dell’azione svolta dalla protagonista – intenta a lavarsi il collo – della quale non è possibile scorgere il volto.
È comunque, sempre l’universo femminile a prender vita nei capolavori di Degas il quale si dimostra in generale, un attento investigatore della realtà circostante. Le sue opere, per lo più ammirabili al Musée d’Orsay, hanno sicuramente segnato l’arte francese, tant’è vero che egli è considerato uno dei più influenti pittori della seconda metà del XIX secolo.
Anna Gilda Scafaro