Il Nest Napoli Est Teatro (Na) ha aperto il suo sipario allo spettacolo “Bambolina” per altre due rappresentazioni fuori stagione, nei giorni 6 e 7 maggio.
Si tratta di una produzione di Cerbero Teatro e Fondazione Campania dei Festival con la regia e drammaturgia di Gianni Spezzano. Una realizzazione che ha del passionale e che tocca tematiche crude e forti, piaghe di quella fetta debole della società, che non riesce a sollevarsi, che è rinchiusa in una routine malsana e distruttiva.
Nicole (alias Cristel Checca) è una ragazza molto carina, è leggera e briosa, le piace godersi la vita. Ride, e nel farlo illumina una stanza di una luce che sa di innocenza. La sua indole resterà la stessa, il suo futuro cambierà le carte in tavola. Nicole è una bambolina nelle mani del destino, le è bastata un’unica scelta per cambiare la sua esistenza, un unico “Sì” ha fatto la differenza ed ora i suoi morbidi capelli biondi sono diventati secchi e cadono…
“Mamma guarda! I miei capelli sono diventati stopposi, non sono più come quando me li spazzolavi la sera. Cadono e io mi sento cadere, a pezzi.”
La droga e la dipendenza possono sconvolgere una vita, creare una realtà alternativa, un cantuccio in cui rifugiarsi, per allontanarsi da tutto il resto.
I primi passi verso la giostra si compiono in modo quasi innocente, così come Peppe e Genny (alias Rocco Giordano e Adriano Pantaleo) in principio due giovani ragazzi in vacanza, che per guadagnare un po’ hanno iniziato a vendere sostanze stupefacenti.
Lo spettacolo tramite flashback ricama la trama di nostalgia: un continuo “come eravamo” rende il “come siamo” ancora più straziante e oscuro.
Gli spazi aperti delle strade da vivere sono ora sostituiti da una buia abitazione, una stanza che diventa pregna di vizio e di trasgressione, dove non penetra la luce. L’unico collegamento con l’ambiente esterno è un ascensore, quattro mura in cui, per pochi secondi, lo spettatore è in diretto contatto con le vuote e perse espressioni dei personaggi.
La scenografia è realizzata in modo tale da tener sospesi tutti gli elementi che son simbolo della perdizione. Delle funi sono sospese dal soffitto e a queste sono legate birre, pugnali, sigarette, la stessa droga è resa da palloncini bianchi… ad un certo punto anche la stessa bambolina Nicole, con le sembianze di lussuria e di cattiva consigliera.
Lello (alias Ivan Castiglione) è un personaggio che ci suggerisce un’altra forte denuncia. Sfoggia con orgoglio il suo distintivo, ma è impantanato fino al collo in quella vita tanto da diventare un vero bullo della scuola, perché a differenza degli altri ha anche una pistola e quindi ha dalla sua parte sia la legge della strada che la legge dello Stato. Con prepotenza e arroganza si appropria di tutto e dimostra la sua forza, fingendo soddisfazione e pieno senso di realizzazione.
Ma vestirsi di false sicurezze non serve, un uomo non riuscirà mai a nascondere i lati più oscuri del suo cuore, qui resi tramite soliloqui, indirizzati al ricordo della propria madre e della vita che svolgevano da bambini, semplice e pura, a differenza di questa, sporca e incrostata.
“Potere e controllo. [..] Mamma, non ti ricordi quando mi hai lasciato solo? Questa casa è tutto il contrario di quella in cui vivevo con te.”
Alessia Sicuro