Dopo otto anni il Partito Socialdemocratico Svedese dei Lavoratori ha nuovamente ottenuto la maggioranza dei seggi del Riksdag, il parlamento monocamerale svedese. La coalizione di sinistra “rosso-verde”, che oltre al partito socialdemocratico comprende il Partito dei Verdi e il Partito della Sinistra, ha conquistato il 43,7% dei voti, mentre la coalizione di centro destra “Alleanza per la Svezia” capitanata dal gruppo di maggioranza uscente, il Partito Moderato, ha raggiunto il 39,3%. In seguito alla sconfitta, il primo ministro uscente Reinfeldt e il ministro delle finanze hanno annunciato le loro dimissioni.

Il partito nazionalista di estrema destra Democratici Svedesi ha visto più che raddoppiare i suoi sostenitori che sono saliti dal 5,7% delle elezioni del 2010 al 12,9%, risultando quindi il terzo partito più scelto dai cittadini del paese scandinavo. Il Partito Femminista, unico nel suo genere nel panorama politico europeo, si è fermato al 3,1%, non superando quindi il paletto del 4% previsto dalla soglia di sbarramento del parlamento svedese. I Verdi, dal canto loro, ottenendo il 6,8% dei voti hanno subito un’amara sconfitta, percentuale più bassa di quella delle scorse votazioni.

Con il suo 31,2% di voti, il partito socialdemocratico è quello che ha avuto maggior successo tra gli elettori, tuttavia non ha ottenuto la maggioranza assoluta; in Svezia (come in Danimarca) il diritto pubblico prevede che il governo nasca anche senza avere la maggioranza in Parlamento, basta che la maggioranza non sia contraria. Questo sistema è chiamato “Parlamento negativo”.

Nonostante ciò, difficilmente quello nuovo sarà un governo stabile e in grado di gestire la res publica senza particolari turbolenze e ostacoli nei prossimi quattro anni di mandato. Il leader dei socialdemocratici Stefan Löfven, ex sindacalista e futuro primo ministro, ha già annunciato che è in cerca di alleati, ma proverà a formare un governo senza coinvolgere l’estrema destra.”Dobbiamo cooperare all’interno della coalizione” ha detto questa mattina “Ora ha inizio il processo di formazione delle alleanze tra partiti e non solo entro i confini della coalizione. Questo è ciò che dovremmo fare“. Löfven ha aggiunto che considera i verdi come “partner naturali”, ma che “la sua mano è tesa” anche ad altri partiti democratici, soprattutto verso quelli dell’Alleanza.

All’interno della coalizione rosso-verde le divergenze di pensiero non mancano: mentre i verdi si oppongono strenuamente all’energia nucleare, i socialdemocratici la sostengono. Inoltre uno dei principali obiettivi del Partito della Sinistra è proibire ogni tipo di privatizzazione nei settori del welfare finanziati dallo stato, cosa che trova in disaccordo gli altri due membri della coalizione.

Il trionfo dell’estrema destra non ha sorpreso molto. Le elezioni europee di Maggio hanno documentato un crescente sostegno verso partiti nazionalisti e xenofobi in molti paesi europei, e la Svezia non sembra aver preso una strada diversa. La campagna elettorale dei Democratici Svedesi si è basata soprattutto sull’immigrazione, alla quale il partito si oppone fortemente.

La Svezia è uno dei paesi più accoglienti del mondo per i migranti e la sua politica estera ruota in buona parte intorno al rispetto e alla diffusione dei diritti umani: dal Settembre 2013, ad esempio, tutti i rifugiati provenienti dalla Siria hanno diritto ad un alloggio. Questa tradizionale politica di apertura verso i migranti, unita all’aumento della disoccupazione, soprattutto tra i giovani, ha creato terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di sentimenti reazionari e di opposizione al multiculturalismo.

Bruno Formicola

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