Operazione Siria Calling: circa diecimila islandesi hanno offerto le loro dimore ai rifugiati siriani donando loro vestiti, affetto, posti letto, aiuti, cibi e bevande. Tale missione umanitaria origina dalla proposta del governo islandese, che ha offerto di accogliere cinquanta rifugiati siriani per affrontare la crisi umanitaria in Siria. A detta dei cittadini, tale offerta è stata ritenuta del tutto insufficiente, motivo per cui gli islandesi hanno creato in breve tempo una vera e propria operazione: Siria Calling. Sui social network è stato lanciato un appello firmato da 12mila persone e in meno di ventiquattr’ore migliaia di persone hanno aperto la loro casa ai richiedenti asilo siriani. Un gesto davvero toccante che ha permesso a tantissimi siriani di ricevere affetto e cure finalizzate alla propria sopravvivenza all’estero.
“Solo per il fatto che non stia succedendo qui, non significa che non stia succedendo” è lo slogan della pagina Facebook Kæra Eygló Harðar – Sýrland kallar (Siria Calling)
Dopo la reazione dei cittadini, che rappresentano il 4 per cento della popolazione del paese costituita da 300mila persone, il governo ha dichiarato che riconsidererà le quote dei richiedenti asilo siriani che è disposto ad accogliere.
È difficile mostrare indifferenza dinanzi a tale scempio e non ci sono parole per descrivere quanta sofferenza provino queste persone, sradicate dalla loro terra e dai loro cari in cerca di un utopistico futuro migliore.
Fonti articolo: Internazionale.it, Syria Calling: Radicalisation in Central Asia
Fonte immagini: Google
Sabrina Mautone