Talete, il primo filosofo, era prima di tutto un astronomo e passò alla storia per aver predetto un eclissi. Avicenna era un medico ed era musulmano. Scienza e fede sono stati spesso incarnate da una sola persona, così come è il caso di Copernico, di Marconi, mentre altre volte appaiono inconciliabili, come avviene con Richard Dawkins; in altri casi la questione rimane incerta, come per Heisenberg e Pasteur.
Copernico
Nella sua “Storia della filosofia occidentale”, Russell apre il capitolo dedicato alla nascita della scienza parlando di Copernico. Lo inserisce in un gruppo formato da quelli che definisce “quattro grandi uomini”, che comprende, oltre allo scienziato polacco, Keplero, Newton e Galileo.
La condizione di Copernico, astronomo e religioso, nato Mikołaj Kopernik il 19 febbraio 1473, è rispecchiata nel destino della sua città natale: oggi Toruń è sede sia di un’Università che ha tra i suoi alunni astronomi come Aleskander Wolszczan che dell’emittente oscurantista Radio Maryja.
Come ci dice Russell, ebbe una cattedra di matematica a Roma e sviluppò una teoria eliocentrica. Allo stesso tempo, però, era un ecclesiastico ben consapevole del potere della censura operata dai suoi ‘colleghi’ religiosi. Probabilmente è per questo che il suo De Revolutionibus Orbium Coelestium fu pubblicato nell’anno della sua morte, dedicato al papa e specificando che la teoria che prevedeva il sole al centro dell’universo era presentata in quel lavoro solo come ipotesi. Fu in questa maniera che il libro evitò la censura fino ai tempi di Galileo.
Galileo
Tutti conoscono i problemi che Galileo ebbe con la chiesa, ma forse non tutti sanno che Bertolt Brecht se ne servì per realizzare il suo “Vita di Galileo”, che contiene la celebre frase «Sventurata la terra che ha bisogno d’eroi». E sventurata fu la terra di Galileo, se, come scrive Russell, «L’Inquisizione riuscì a por fine alla scienza in Italia, dove questa non rifiorì più per secoli» anche se non fu capace, come continua il filosofo inglese, di «evitare che gli uomini di scienza adottassero la teoria eliocentrica». L’idea di Russell, dunque, è che processando Galileo ed obbligandolo ad abiurare, l’Inquisizione «recò un considerevole danno alla Chiesa».
Pasteur
Il chimico e biologo francese nato a Dole nel 1822 è considerato il padre della microbiologia. Si interessò ai problemi della fermentazione (spinto, a quanto pare, anche da alcuni produttori di birra) e, come è noto, introdusse la pratica della vaccinazione. Secondo Pasteur «in ognuno di noi ci sono due uomini, lo scienziato e l’uomo di fede o di dubbio. Queste due sfere sono separate, e guai a chi vuole che sconfinino l’una nell’altra nel presente stato della nostra conoscenza!»
Marconi
Lo scienziato nato a Bologna (ma sua madre era irlandese) fu membro della Pontificia Accademia Delle Scienze. Mise al servizio del cattolicesimo le sue scoperte quando fu incaricato da Pio XI di costruire una stazione radio all’interno dello Stato Vaticano, nel 1929. Le prime parole alla radio del Papa sarebbero state “”udite o Cieli, quello che sto per dire; ascolti la terra le parole della mia bocca. Udite e ascoltate o popoli lontani. Quale strumento più appropriato per una religione per cui “in principio era il Verbo”?
Florenskij
Il matematico e presbitero russo Pavel Florenskij pagò a caro prezzo la sua fede. Fu giustiziato nel dicembre del ’37, ma da tempo era inviso al regime sovietico per il tentativo di legare la sua applicazione geometrica della teoria della relatività di Einstein a un ‘disegno divino’.
Heisenberg, il Tao e la fisica.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma, citando la Treccani, che «in generale non è possibile misurare simultaneamente con esattezza il valore di due quantità osservabili canonicamente coniugate» è entrato nell’immaginario popolare, in maniera più o meno semplificata, distorta o adattata alle esigenze di chi cita (si pensi al film “Basta che funzioni” dell’ateissimo Woody Allen, dove il principio viene usato come chiave di lettura della sessualità della madre della coprotagonista). Una citazione di Heisenberg apre anche il libro più popolare di Fritjof Capra, “Il Tao della Fisica”. Come ha scritto Giuseppe Longo per “Le Scienze”, «lo scopo dichiarato del bellissimo libro di Capra è di dimostrare che esiste una sostanziale armonia tra lo spirito della saggezza orientale e le concezioni più recenti della scienza occidentale.»
Simbolo di questa armonia, per Capra, sarebbe l’incontro tra Heisenberg e l’intellettuale indiano Tagore. Eppure, come riporta lo stesso sito di Capra, la moglie di Heisenberg avrebbe dichiarato che il marito non era rimasto molto convinto dal miscuglio di filosofia occidentale e orientale del poeta. Secondo Capra, Heisenberg avrebbe riconosciuto i parallelismi tra teoria dei quanta e filosofia indiana solo in seguito.
Dawkins
Autore del fondamentale ‘The Selfish Gene’, una lettura che fa riflettere profondamente sulle questioni di istinto, libero arbitrio e determinismo. Dawkins è anche il teorizzatore del ‘meme’ (omologo ‘culturale’ del biologico ‘gene’), parola che come sappiamo è entrata nel linguaggio comune perdendo la propria complessità e ora designa poco più di “un testo (memorabile) che accompagna un’immagine”, come sottolinea un ‘meme’ il cui bersaglio è Dawkins stesso. Oltre a questo, Dawkins ha sentito il bisogno di scrivere un libro chiamato “L’illusione di Dio” (il titolo inglese, “The God Delusion”, può essere anche letto come ‘la fissazione di Dio’, con una sfumatura ‘patologica’), definito da Odifreddi come “il grande manifesto laico di una delle più acute menti scientifiche” . Forse per libri come questo, che vogliono ‘convincere’ dell’insensatezza della fede, Dawkins si è assicurato ‘meme’ di questo tipo: “odia la religione per il suo essere intollerante… passa la sua vita cercando di sradicarla”.
Oggi, quattrocento anni dopo il processo a Galileo, matematici come Odifreddi, attaccando gente del calibro di Paolo Brosio o il “Divino Otelma” non fanno altro che sparare sulla croce rossa. È un atteggiamento che può intrattenere, ma difficilmente aprire nuove porte.
Infatti, come scrive Habermas nel suo saggio “Il confine tra scienza e fede. Storia dell’influsso e attuale importanza della filosofia della religione di Kant”: «Oggi il fondamentalismo religioso, che noi osserviamo non soltanto al di fuori del cristianesimo, conferisce alla critica della religione una triste attualità. Nondimeno, da noi gli accenti si sono frattanto spostati. Qui, nell’Occidente europeo, l’aggressiva autoaffermazione dell’immagine antropocentrica di sé e del mondo contro quella teocentrica è ormai una battaglia di ieri. Così pure, il tentativo di recuperare contenuti fondamentali della Bibbia in una fede razionale, è divenuto più interessante della lotta contro la frode clericale e l’oscurantismo.»
Luca Ventura