Nihil sub sole novum, la convocazione di un tavolo «con le massime istituzioni per far fronte all’escalation di incendi» è ciò che è stato chiesto dal blogger Angelo Ferrillo, responsabile dell’associazione La Terra dei fuochi.
Il vero problema sono i roghi tossici. Bisogna agire prima che termini l’ennesima stagione di fuoco e veleni. Ogni anno questo è il periodo peggiore. Non possiamo aspettare settembre. […] Attendiamo la convocazione del governatore Vincenzo De Luca e annunciamo manifestazioni in loco e sit-in a Palazzo Santa Lucia.
Vengono incendiati quattro impianti su cinque. Nell’ombra dei clan, scatta l’inchiesta su Giugliano. Le cosche dietro ¡ roghi servono per vanificare il piano sulla Terra dei Fuochi. Prima è toccato alla discarica Novambiente, gravemente danneggiata dalle fiamme, poi è stato il turno della Resit cava ×, e di quella in località San Giuseppiello. Infine, mercoledì un rogo ha devastato il sito di Masseria del Pozzo-Schiavi. Si è salvata solo la Resit cava Z, oltre ai depositi delle ecoballe. La Magistratura e le forze dell’ordine indagano: il sospetto è che dietro i quattro incendi ci sia una mano occulta, la stessa regia. Il commissario alle Bonifiche Mario De Biase afferma:
Questi incendi – spiega – avranno conseguenze sulle attività di messa in sicurezza e di bonifica. […] La strada per le bonifiche resta in salita. Nel caso di Masseria del Pozzo-Schiavi, ad esempio, sarà probabilmente necessaria una modifica del progetto iniziale. Stiamo lavorando senza sosta per tentare di aprire i cantieri finalizzati all’estrazione del percolato e del biogas, quindi alla rimozione dei veleni da una delle aree maggiormente inquinate della Campania. Ma la strada resta in salita perché dobbiamo fronteggiare mille ostacoli posti evidentemente da chi non vuole che quel territorio venga recuperato.
Episodi inquietanti in un territorio martoriato dai roghi, dove l’incendio di una discarica purtroppo non fa quasi più notizia, tra la rassegnazione dei cittadini ed il silenzio delle istituzioni. L’ipotesi confluisce nella criminalità organizzata, in grado di gestire per decenni illecitamente il traffico di rifiuti tossici beneficiando di omissioni da un lato e di complicità dall’altro. Anche in questa emergenza sarà chiamato in causa Vincenzo De Luca, che ha già lanciato, d’intesa con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, un grande programma per il monitoraggio di acqua, aria e suoli che coinvolgerà gli 88 comuni della Terra dei fuochi, tra le province di Napoli e Caserta, nonché il resto della Campania. Dichiara che “bisogna correre”, anche perché, dopo la maxi-multa inflitta dalla Corte di giustizia europea all’Italia, ogni giorno di ritardo rispetto agli interventi da mettere in campo costerà alla Campania 120mila euro. Caldoro dal canto suo fa sapere che la Regione non deve pagare nulla:
Quando si parla di Regione Campania non si intende l’ente regionale, ma l’ente territoriale – ricorda – ovvero, tutti gli enti che operano in quella regione: governo, Comuni, Province, consorzi e gli altri soggetti coinvolti nella gestione. Certo, tra questi c’è sicuramente chi ha sbagliato, ma basta leggere bene le carte per capire che la Regione Campania non deve pagare. Faremo un atto formale nei confronti della giunta per dirlo a De Luca. Quando ho letto i giornali, sono rimasto perplesso. Questa è una vera truffa mediatica, così vengono meno i presupposti di correttezza. Non è bene cominciare con un grande imbroglio ai danni dei cittadini.
Vale la pena ricordare che la Corte di Giustizia europea ha messo nel mirino gli ultimi dieci anni di malagestione dell’emergenza. Dieci anni durante i quali nulla è stato fatto per assicurare che i rifiuti fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per l’uomo e per l’ambiente. A Napoli la raccolta differenziata è ferma al 22%. La principale preoccupazione sembra essere quella di sfilarsi dalle responsabilità, che invece sono molteplici e ben distribuite, a partire da Palazzo Chigi, passando per le amministrazioni regionali alle quali spettava la programmazione degli interventi, per le amministrazioni provinciali e comunali alle quali spetterebbe, e spetta tuttora, la gestione. La maximulta non è solo un gravissimo danno economico e d’immagine per la Campania. È il fallimento complessivo di un sistema troppo a lungo in ostaggio dei poteri di interdizione e dei partiti del «no», incapaci di offrire soluzioni.
Sara C. Santoriello