Le polemiche all’interno del Pd sulla Italicum non si placano. Oggi è stata una giornata ricca di avvenimenti e, molto probabilmente, di passaggi cruciali per l’approvazione del cosiddetto Italicum. Ma proseguiamo con ordine.

Stamattina l’incontro a Palazzo Chigi tra Renzi con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, durato circa un’ora. Le prime dichiarazioni sono arrivate dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, che per prima cosa ha smentito l’assunto che vorrebbe, tra gli argomenti trattati, quello del Quirinale. Il vertice si sarebbe invece concentrato esclusivamente sulla legge elettorale, a un anno quasi esatto dal primo incontro tra Renzi e Berlusconi, che sancì il cosiddetto ‘Patto del Nazareno’: “Abbiamo ribadito a Forza Italia la nostra posizione – ha dichiarato Guerini -. Posizione che prevede il no alle liste boccate e un meccanismo con capilista e preferenze. Attendiamo ora una risposta da Forza Italia. Un contatto diretto questo con l’ex Cavaliere, che non è mai andato giù alla minoranza che ha precisato: “Ormai per Renzi la discussione è solo con Berlusconi. Con noi, invece, nessuna trattativa”.

E infatti la dose è stata rincarata alla riunione dei senatori Pd nel primo pomeriggio, che ha sancito la vittoria della mozione del segretario. Ma tutto ciò ha prodotto una spaccatura: l’approvazione è avvenuta con 71 voti a favore del segretario, un astenuto ma ben 29 della minoranza Dem che si sono espressi con un documento, senza votare, lasciando l’aula. Passato invece ciò che Renzi ha proposto, la mozione del senatore Esposito (che con un emendamento recepisce l’intero accordo di maggioranza, dai capilista bloccati, all’entrata in vigore della legge a luglio 2016, alla soglia di sbarramento unica al 3%, al premio di lista, ndr). In assemblea, a chi lo accusava di flirtare con Berlusconi, ha risposto: “Voglio fare la legge elettorale con Berlusconi perché non voglio più governarci insieme”. Renzi si è detto “molto soddisfatto” del voto dei senatori Pd sulla legge elettorale a cui ha fatto eco il Ministro Boschi: “I numeri ci sono andiamo tranquilli in aula”, aggiungendo che “l’assemblea del gruppo a maggioranza si è espressa a favore dell’Italicum e io spero ora che in aula la minoranza si adegui”. Ma da Gotor, in prima linea per la fronda Dem, arriva un’altra coltellata alla possibile ricucitura: “Ormai non c’è alcuna trattativa”.

In mattinata la polemica si è aperta su Twitter, con un duro botta e risposta Renzi-Meloni: “Con Italicum preferenze e singoli candidati di collegio. Spariscono le liste bloccate. Ballottaggio è garanzia anti inciucio”, con la risposta secca dell’esponente di Fratelli d’Italia: “Con i capilista bloccatti 2/3 saranno ancora nominati dai partiti. Lo sai benissimo, ogni tanto racconta la verità”. Il M5S  ha provato a tuffarsi nella mischia, lanciando un assist alla minoranza Dem “Oggi al Senato è un giorno cruciale. Uniamoci per votare sì alle preferenze e contro le liste bloccate”, ha scritto Danilo Toninelli, tra i componenti della delegazione che trattò con il Pd la legge elettorale.

Anche Forza Italia riunisce i suoi per discutere di come muoversi sulla legge elettorale (dopo l’incontro con Alfano di ieri,in cui si era raggiunta un’unità di intenti per il Quirinale su un candidato che non appartenga al Pd) in vicinanza della prima votazione sull’Italicum a Palazzo Madama.

Si prevede una sessione infuocata, soprattutto tra i banchi di un Pd sempre più diviso ed esposto al fuoco di fila degli ormai celeberrimi 29. Staremo a vedere.

Giancarlo Manzi

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