Scheda Italicum: ecco una pratica guida per capirci di più
In questi giorni travagliati per la politica nostrana, l’Italicum è sulla bocca di tutti, dai più alti scranni del Parlamento repubblicani fino ad arrivare all’ultimo dei bar della provincia italiana. Ma cosa prevede in realtà l’Italicum, la nuova legge elettorale che proprio in queste ora sta faticosamente avanzando verso l’approvazione al Senato? Vediamo nella scheda seguente i punti cardine della proposta di riforma (l’ultima quella del 2005 a firma Calderoli, il cosiddetto “Porcellum”), frutto dell’alleanza Renzi-Berlusconi sancita un anno fa.
-Sistema di voto: con l’Italicum si ritorna al sistema proporzionale con delle correzioni “maggioritarie”, ovvero in base ai voti ricevuti. Il calcolo si effettuerà con la regola dei “più alti resti”, che dovrebbe favorire i partiti più piccoli, i quali con il calcolo provinciale sarebbero stati penalizzati.
-Premio di maggioranza o doppio turno: il premio di maggioranza si assegna alla lista che avrà conseguito il 40% dei voti (durante le trattative in questo anno si è passati dal 35%, 37% fino a questa percentuale). Nel caso non si raggiungesse questa soglia, si andrebbe al ballottaggio tra le prime due liste più votate al primo turno. Chi vince otterrebbe almeno il 53%.
-Soglie di sbarramento: all’inizio l’accordo Renzi-Berlusconi prevedeva una soglia di sbarramento molto alta (8% per i partiti non coalizzati). Ad ora, considerando che il premio di maggioranza è previsto per la lista e non per la coalizione, per entrare in Parlamento bisognerebbe raggiungere almeno il 3% dei consensi.
-Circoscrizioni: saranno 100, mentre prima erano 27, con un numero di elettori molto minore per ciascuna di esse.
-Preferenze e capilista: è qui che il Patto del Nazareno ha dovuto subire gli scossoni più grandi, con i voti favorevoli all’emendamento Gotor venuto dai frondisti di Pd e Fi. Ma c’è stato un cambio di passo, proprio per l’apertura e la dialettica interna durante tutto il 2014, con il compromesso di questi ultimi giorni: capilista decisi dai partiti in ogni singola circoscrizione, mentre per l’eventuale secondo eletto e oltre scattano invece le preferenze. Al massimo due, di sesso obbligatoriamente diverso, pena l’esclusione della seconda. Ciò dovrebbe favorire i capilista dei partiti più piccoli.
-Questione del ‘genere’: si è molto dibattuto su questo punto arrivando al seguente compromesso: ciascun genere non potrà essere rappresentato per più del 40% dei capilista. In generale invece, nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato per più del 50%.
-Candidature multiple: nella prima bozza doveva esserne cancellata la possibilità, presente in maniera illimitata nel Porcellum. Ora invece ciascun candidato dovrebbe potersi presentare al massimo in 10 circoscrizioni.
-Clausola di garanzia: è Forza Italia a insistere su questo speciale punto. Il partito di Berlusconi infatti vorrebbe che la legge entrasse in vigore solo dal luglio 2016, in modo da sfavorire un ritorno alle urne troppo anticipato.
-Eccezioni per Trentino-Alto Adige e Valle D’Aosta: è precisata l’esclusione dal proporzionale per queste due regioni a Statuto speciale, nelle quali si voterà con un sistema a liste uninominali (in tutto 9, 8 per il Trentino, 1 per la Valle D’Aosta).
Tutti i punti descritti verranno rispettati o ci sarà un cambiamento dell’ultima ora? Le fronde interne al Pd e Fi spingono in questo senso. Staremo a vedere.
Giancarlo Manzi