Il giorno dopo il via libera del Governo ai decreti attuativi del Jobs Act, infuriano le polemiche.
Secondo le opposizioni, la minoranza Pd e la presidente della Camera Laura Boldrini il Governo è reo di aver ignorato la contrarietà del Parlamento ai licenziamenti collettivi. <<Ci sono stati anche anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto>>, si rammarica la Boldrini, che aggiunge: <<Credo che non sia nella riforma del mercato del lavoro che si possa davvero puntare per una ripresa, bisogna crearlo il lavoro, e mi auguro che per il governo questa sia una priorità>>.
Per Stefano Fassina, <<la propaganda di Renzi prende in giro i precari e procura un danno ai lavoratori>>, le scelte fatte dal governo sul Jobs Act <<sono un ritorno agli anni Cinquanta, una grave frattura e una ferita nei confronti del Parlamento, nonché uno schiaffo al gruppo parlamentare del Pd>>.
Dure anche le parole di Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: <<Aver abolito contratti di nicchia, ma utili in certe situazioni, come le associazioni in partecipazione e il lavoro ripartito è come sparare sulla Croce rossa per dimostrare di essere dei killer. Quanto poi alle nuove tutele per i giovani, mi pare che si navighi ancora a vista>>.
Anche i deputati M5S stroncano il provvedimento: <<Di crescente è rimasta ormai solo la precarietà e il taglio tanto strombazzato delle forme contrattuali.>>
Dure le critiche dai sindacati. Secondo il leader Cgil Susanna Camusso << Il Jobs Act è il mantenimento delle differenze e non la lotta alla precarietà. Il contratto a tutele crescenti è la modifica strutturale del tempo indeterminato che ora prevede, nel caso di licenziamento illegittimo o collettivo, che l’azienda possa licenziare liberamente pagando un misero indennizzo>>. Anche la Cisl non è soddisfatta del decreto. <<L’esultanza del presidente del Consiglio è assolutamente ingiustificata perché con queste norme cambierà poco e niente>> dice la segretaria Annamaria Furlan: <<È importante che si sia lasciato il reintegro per i licenziamenti discriminatori e disciplinari, così come è importante aver cancellato dalle tipologie contrattuali gli associati in partecipazione. Ma per il resto non c’è la svolta che la Cisl auspicava sulla effettiva cancellazione delle altre forme di precarietà selvaggia, sottopagate e senza tutele proliferate in questi anni>>. Per Carmelo Barbagallo (Uil), il Governo “è bugiardo”: <<Avevano promesso che avrebbero cancellato tutti i contratti di precarietà ma non è vero. La montagna ha partorito un topolino>>.
Nonostante lo scetticismo dei suoi antagonisti Renzi è sicuro che il Jobs Act avrà effetti positivi e rispedisce le critiche ai mittenti: <<La precarietà verrà sconfitta, e circa 200 mila italiani passeranno da una collaborazione coordinata a un lavoro a tempo indeterminato>>. Il primo di marzo, giorno in cui il Jobs Act entrerà effettivamente in vigore si avvicina. Solo allora potremo dire se queste critiche sono o infondate o no.
Vincenzo Nicoletti