Giangiacomo Feltrinelli e la sua eredità
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Il 14 marzo di cinquanta anni fa ci lasciava Giangiacomo Feltrinelli, protagonista della rivoluzione culturale degli anni del dopoguerra. Ha lasciato in eredità il sogno di un mondo in cui la cultura può fare la sua parte per smuovere le coscienze e modificare in maniera tangibile la realtà e la società.

Figura controversa, osannata dai sostenitori come quella di un rivoluzionario ma anche calunniata da dettrattori e nemici, Giangiacomo Feltrinelli porta sulle spalle il peso dell’ambiguità di un personaggio sui generis. Estremista e sovversivo, nei primi anni del potere fascista ritrova nella persona di Benito Mussolini un modello a cui dare il proprio appoggio, al punto da arrivare, secondo Indro Montanelli (cfr. Indro Montanelli e Mario Cervi, L’Italia degli anni di piombo, Milano, Rizzoli, 1991), a sperare nella vittoria delle potenze dell’ Asse nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale; a seguito dell’incontro con Antonello Trombadori, critico d’arte e futuro militante tra le file del PCI, deciderà però di prendere parte alla Resistenza Partigiana e di abbracciare in maniera definitiva le tesi marxiste, una decisione che si tradurrà nella fondazione di gruppi eversivi di sinistra durante gli anni di piombo, come i GAP (Gruppi di Azione Partigiana), e nell’appoggio incontrastato alla Rivoluzione Cubana. La sua stessa morte è tutt’ora velata di mistero e forse legata alla partecipazione alle lotte armate degli anni ’70: il suo corpo fu trovato dilaniato dall’esplosione di una bomba sotto un traliccio vicino Segrate, in provincia di Milano, che probabilmente lo stesso Feltrinelli assieme ai compagni dei GAP intendeva far saltare in aria.

Ma la più grande rivoluzione di Giangiacomo Feltrinelli, pacifica e dagli effetti molto più incisivi sulla società italiana, è quella culturale. Lo stesso Feltrinelli si definì in un breve scritto autografo, Che cos’è un editore, come un personaggio che ha il ruolo di tramite culturale. Esiste, infatti, una vocazione etica nello svolgimento del mestiere di editore, che consiste nella consapevolezza dell’importanza della scelta dei diversi titoli da pubblicare, che potranno quindi essere interpretati come una dichiarazione, come la conseguenza dell’essersi schierati e aver preso posizione all’interno del mondo e della Storia. Inevitabilmente le informazioni e le storie che assumono forma nella parola scritta, acquistano potere e valore quando entrano in contatto con chi le legge: è il lettore a rendere le parole pericolose, e l’editore è il trait d’union che agevola il processo rivoluzionario. Il che spiega anche la scelta visionaria di pubblicare un romanzo come Il dottor Zivago di Boris Pasternak nonostante lo scrittore fosse un dissidente del regime sovietico staliniano, al quale Feltrinelli non sentirà mai di poter aderire a pieno, in controtendenza con  l’orientamento filosovietico dei gruppi di sinistra estrema dei quali faceva parte.

Naturalmente, è indispensabile tener conto del contesto storico all’interno del quale prende avvio l’opera di Feltrinelli per comprendere le cause di un successo così grande: si tratta infatti di un imprenditore che ha saputo sfruttare con intelligenza una fase storica di sviluppo economico e sociale, durante la quale l’incremento dei livelli di istruzione della popolazione, conseguente al benessere economico degli anni ’50 e al processo di democratizzazione della società italiana, innescò un processo virtuoso grazie al quale i giovani sentirono sempre più l’esigenza di sviluppare la propria coscienza politica e sociale, anche e soprattutto attraverso alla lettura.

È con questo spirito e con questi ideali che nasce dunque, nel 1955, la casa editrice che ancora oggi svolge un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura italiana. È preceduta dalla fondazione di una Biblioteca a Milano, in seguito Istituto e adesso Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che si occupa di costruire spazi e reti sociali per la diffusione della cultura e di tenere viva la memoria del suo rivoluzionario fondatore.

Giulia Imbimbo

Giulia Imbimbo
Nata a Napoli a ridosso del nuovo millennio, sono una studentessa di Lettere Moderne, divoratrice di album e libri. Credo nella capacità della cultura umanistica e dell'espressione artistica di rifondare i valori della società contemporanea.

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