Approda al Quirinale, in attesa di essere sottoposta al vaglio ed all’approvazione di Napolitano, la Legge di Stabilità 2015. Una manovra definita “espansiva”, che almeno nelle cifre complessive, valutate intorno ai 36 miliardi di euro, prefigura un impatto di notevole portata sull’economia del Paese. Vediamo insieme le principali novità in vista.

PENSIONI Uno slittamento nel pagamento dei contributi previdenziali dal primo giorno del mese al 10: questo per consentire all’INPS di ottimizzare e ridurre il numero complessivo di operazioni ottenendo un risparmio di spesa. La proposta fa scattare sull’attenti i sindacati, compatti nel definirla un “inaccettabile accanimento contro gli anziani”, che vedrebbero messa a repentaglio la possibilità di fare fronte alle scadenze mensili per tempo.

BONUS BEBE’ – Prende corpo e forma, invece, lo stanziamento di 1 miliardo di euro nella Legge di Stabilità (che dovrebbero diventare 1,5 a regime) per agevolare le neo-mamme nella spesa per i beni di immediata necessità, con un contributo di 80 euro mensili. La misura dovrebbe avere l’effetto di contrastare, o almeno mitigare, il pericoloso calo delle nascite, che hanno fatto dell’Italia un Paese a crescita negativa di popolazione, al netto della componente di immigrazione. Polemiche, invece, sulla soglia di reddito prevista per accedere al bonus (90 mila euro lordi annuali).

CANCELLAZIONE IRAP – I 6,5 miliardi di stanziamento per abolire del tutto la componente lavoro dell’IRAP, ad un’attenta analisi, sono paragonati alle vecchie aliquote del 3,9% del 2013, non tengono quindi conto della prima riduzione al 3,5% contenuta nel “decreto IRPEF” dello scorso Aprile. La variazione netta, dunque, è da stimare in un paio di miliardi in meno. Lo stesso decreto IRPEF diviene, nel contempo, strutturale.

DECRETO POLETTI – In accompagnamento alla riforma della regolamentazione del lavoro portata avanti in parallelo dal Decreto Poletti, la Legge di Stabilità contiene 1 miliardo e mezzo per i nuovi ammortizzatori sociali e 500 milioni per la stabilizzazione strutturale del 5 x mille: una buona notizia per ONLUS ed istituti di ricerca.

TFR IN BUSTA PAGA – Detto ampiamente della facoltà di ottenere la quota parte di TFR spettante già in busta paga, si conferma la penalizzazione nel trattamento fiscale dello stesso, che passa da un regime agevolato ad un regime di aliquota ordinaria. Stesso discorso per i fondi pensione, che saranno tassati al 20% dal precedente 11%.

REVERSE CHARGE SULL’IVA – Il meccanismo di “reverse charge” per scoraggiare le pratiche di evasione ed elusione fiscale viene ampliato ai settori di gas ed energia elettrica, edilizia e pulizie. Il maggior gettito stimato dal Governo è di 900 milioni.

NUOVE ASSUNZIONI – Con una disponibilità teorica di 1,9 miliardi, sarà possibile per le aziende cancellare i contributi per i neoassunti fino ad un tetto salariale di 19 mila euro circa, sebbene la variabilità della misura potrebbe far cambiare le cifre in corso d’opera. Le – ottimistiche – previsioni sull’occupazione del ministro Padoan sono di 300 mila posti di lavoro per l’anno prossimo e 800 mila in totale.

ALTRE MISURE – Tagli alle Regioni per complessivi 4 miliardi, su cui già si era scatenata la querelle tra Renzi e Chiamparino, blocco dei contratti statali fino a Dicembre 2015, e poi ancora bollo per le auto storiche, 50 milioni per fronteggiare l’emergenza dell’ebola, trasparenza su tutte le spese di natura politica di Regioni, Province e Comuni e imposta sostitutiva che passa dal 5% al 15% per le partite IVA per una platea potenziale di 900 mila piccole imprese. Queste le principali novità contenute nella Legge di Stabilità che, entro la fine del mese, dovrebbe giungere al via libera definitivo.

 

Emanuele Tanzilli

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