Il teatro “Galleria Toledo” in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, ha messo in scena la commedia “Misura per misura” nei giorni 20, 21 e 22 marzo.
“Con tale rappresentazione si mette in sesto il sistema epico del paese. Si cerca un modo per migliorare l’assetto politico ma colui che dovrebbe detenere la giustizia cade nella lussuria, evidenziando un tragico decadimento morale. I discorsi ideologici e le narrazioni salienti sono recitati direttamente verso il pubblico, come se si entrasse e uscisse di continuo dalla propria parte, rivolgendosi davvero a tutti e questo continuo movimento permette inoltre lo spostamento schematico dei personaggi.” Sono le parole della regista Laura Angiulli, che ha presentato il suo spettacolo ai corsi triennale e specialistico di Lettere Moderne dell’Università Federico II.
Per ricoprire tutte le parti sono serviti dieci attori, dettaglio che rende il piano narrativo particolarmente complesso, che si caratterizza per un linguaggio particolare che tende ad esplodere in varie importanti proposte. La stessa scelta di attori giovani per l’interpretazione dei personaggi protagonisti è finalizzata alla buona riuscita dello spettacolo. In questo modo infatti le emozioni sono particolarmente sentite e lo spettatore si ritrova partecipe degli eventi.
La commedia si basa su una domanda centenaria, “cosa significa governare?” La risposta non è semplice, e per comprenderla il Duca di Vienna è costretto a guardare il mondo dall’esterno, estraniandosene per un po’, mentre il suo fedele Angelo lo sostituisce col suo gran vigore. Il titolo stesso dell’opera rimanda al Discorso della Montagna nella versione riportata dal Vangelo secondo Matteo. “Misura per misura” suggerisce di adottare un giusto mezzo per ottenere giustizia, non accontentarsi e combattere per la verità.
Enrico Fiore introduce la commedia nel gruppo dei “problem plays” o delle “dark comedies” per le sue fattezze di tipo etico-religiose e per l’allegoria estetica. Nel ripetere le parole di Gabriele Baldini, il Duca travestito da frate non è altro che “un poeta del teatro” che manovra tutte le sue pedine.
Durante la vicenda di Misura per misura si schierano due storie parallele: il giovane Claudio condannato a morte per lussuria e Angelo, il nuovo governatore che combatte ogni forma di peccato, ma che sarà proprio lui a cedere, stregato da Isabella, sorella di Claudio.
“-Claudio, perché sei in prigione? – Per la troppa libertà, il troppo cibo che attrae gli uomini, fa venire così fame, si cade nella lussuria. – […] per aver vissuto troppo la tua sarà una gioventù perduta, mi dispiace.”
È così che si descrive la colpa, il nuovo peccato che può condurre chiunque alla morte.
L’unica figura incorruttibile sembra essere proprio Isabella, una novizia che si batterà per la giustizia, che otterrà la meglio al ritorno del Duca e che, come un guizzo bianco, un accenno di purezza, sembra volerci suggerire che il bene continuerà a sussistere.
Alessia Sicuro