Ieri e per la prima volta, l’Università degli Studi di Salerno ha ospitato la lettura dei nomi delle 900 vittime della criminalità organizzata. Iniziativa promossa e organizzata dal Consiglio degli Studenti.
Alle ore 11, in Piazza del Sapere, le varie realtà studentesche si sono riunite per l’iniziativa promossa dal Consiglio degli Studenti: la lettura dei 900 nomi delle vittime della criminalità organizzata. Un modo per ricordare l’impegno ed il coraggio di coloro che non sono rimasti in silenzio di fronte alle ingiustizie.
L’iniziativa, purtroppo, non ha colpito le istituzioni universitarie: il patrocinio morale concesso, non ha portato in piazza i docenti e neanche il Rettore, impegnato, allo stesso orario, al Teatro d’Ateneo, all’iniziativa della Crui per “lanciare un allarme sul rischio di perdita di competitività internazionale“. L’impianto comprendeva due casse, al microfono hanno dovuto provvedere gli studenti, andandolo a recuperare in un’aula.
L’elenco partiva dal 1893 e finiva nel 2015, ieri praticamente. Per non parlare di tutti quei nomi e quei volti di cui non conosciamo le storie. Nell’intervento di apertura è stata sottolineata l’importanza di comprendere che non soltanto le mafie fanno parte della criminalità organizzata: l’esperienza di Pino Pinelli ne è l’emblema, in un paese che ha tanto altro da offrire, ben oltre la solita accezione che ci vede come lo Stato di “pizza, mandolino e mafia”.
Oggi, il Collettivo Strike Lab, gruppo studentesco in collaborazione con l’associazione Link Fisciano, alle ore 14.30, nell’aula Sp/A di Scienze Politiche, proietterà il film “La Mafia Uccide Solo d’Estate”, instaurando un dibattito, a fine film, con il professor Domenico Maddaloni e tutta la componente studentesca presente. L’evento permetterà, a coloro che a Giugno dovranno sostenere l’esame di Sociologia, di poter sostituire un capitolo del libro di testo con i propri appunti sul tema: il docente, infatti, inserirà l’evento del proprio programma; un’iniziativa del genere entra nella didattica, verso nuovi #ventiliberi.
Sara C. Santoriello