Il romantico sogno del popolo curdo è quello di poter vivere in un territorio autonomo, denominato Kurdistan, che si riappropri di porzioni di terra precedentemente sottratte da Iran, Iraq, Turchia e Siria. È certamente un obiettivo difficilmente raggiungibile, ma qualsiasi montagna guardata dal basso verso l’alto sembra impossibile da scalare. Per trovare motivazioni e nuovi stimoli giorno dopo giorno, c’è un trucco tanto scontato quanto efficace: rivolgere la propria attenzione alla pietra più prossima piuttosto che all’ultima da raggiungere.
Sembra che si stiano muovendo in questa direzione i curdi iracheni: infatti, il governo regionale del Kurdistan iracheno ha dichiarato l’indipendenza nel cyberspazio, lanciando un proprio dominio internet (.krd).
I curdi sono il più grande gruppo etnico del mondo senza un proprio Stato e si considerano vittime di un patto che ha diviso la loro terra.
L’Internet Corporation per Nomi Assegnati e Numbers (ICANN), un’organizzazione statunitense che gestisce gli indirizzi internet, ha concesso nel 2014 ai curdi il nuovo dominio “.krd”. Si tratta di un nome “generico”, con tre lettere, invece di due come nel caso di tutti i paesi sovrani.
Hiwa Afandi, capo del Dipartimento di Information Technology del governo curdo, che ha ottenuto il riconoscimento per il dominio, ha affermato: «Coloro che ci hanno imprigionato in questi confini geografici non hanno la stessa influenza nel cyberspazio. Su Internet abbiamo scelto i nostri confini». Ha poi aggiunto: «Avremmo preferito vivere in un paese chiamato Kurdistan, sia esso fisico o nel cyberspazio». Egli sostiene inoltre che la sua decisione si basa sull’esempio della Catalogna, che ottenne il dominio “.cat”.
L’assegnazione del dominio in Catalogna risale al 2006 e vide diverse reazioni. La stampa conservatrice accusò il governo di Zapatero di non aver imposto una linea nazionalista, inoltre lo riteneva colpevole di non aver provato a proporre, ad esempio, un dominio del tipo “.cat.es”. Addirittura il governo della Comunità Valenciana arrivò ad affermare che si trattasse di un fatto che rendeva la Catalogna culturalmente indipendente dalla Spagna.
Anche nel caso dell’assegnazione del nuovo dominio curdo non sono mancate le polemiche. Infatti con un reclamo formale all’ICANN, l’Iran ha espresso tutta la sua preoccupazione sulla vicenda. La paura, non così tanto infondata, è quella che si tratti di un piccolo passo verso l’indipendenza curda e la formazione dello stato del Kurdistan. Anfadi ha dichiarato che si sarebbe aspettato un atteggiamento del genere più dalla Turchia, che ospita il maggior numero di curdi e ha un difficile rapporto con loro.
In Iraq, i leader curdi stanno cercando di ottenere un referendum non vincolante sulla questione dell’indipendenza, mentre nel nord della Siria stanno cercando di creare una propria zona indipendente.
Considerata l’enorme importanza del ruolo dei curdi nella lotta contro l’ISIS, è possibile che in questo burrascoso momento storico, questo popolo “senza casa” possa attirare su di sé le simpatie delle più grandi potenze internazionali e soddisfare finalmente il proprio bisogno di autonomia. Intanto il primo passo è stato compiuto con l’indipendenza nel cyberspazio.
Alessandro Fragola