Il nuovo progetto dell’Italia per permettere l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, prevede che 546 organi periferici dello Stato si occupino di un numero stabilito di migranti. Tra questi c’è anche Cava de’ Tirreni, diventata celebre, a tal riguardo, per una petizione anti accoglienza, diffusa ad aprile dall’ex assessore alla sicurezza. Il Consiglio Comunale invece, pochi giorni fa, ha approvato l’adesione dell’ente allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Il decreto 10/08/2016 ha per oggetto proprio la definizione delle nuove linee guida per il funzionamento del Sistema di Protezione e la spiegazione delle modalità di accesso ai finanziamenti per gli enti locali che dovranno accogliere i migranti.

Il decreto prevede ed elenca anche tutti quegli enti dello Stato che sono tenuti ad offrire solidarietà. Tra questi, alcuni comuni in Campania.

Il Consiglio Comunale di Cava de’ Tirreni, tenutosi il 18 maggio scorso, ha approvato l’arrivo in città di centotrentanove rifugiati e richiedenti asilo, come previsto dalle direttive della Prefettura di Salerno e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Queste, le parole del Sindaco Vincenzo Servalli (come riportato da “Ulisse online“):

accoglienzaE’ una responsabilità storica nei confronti della città quella che prendiamo, guai se ci macchiassimo del diniego all’accoglienza! E’ stata fatta cattiva informazione in merito, il problema è stato strumentalizzato. Lo SPRAR dà possibilità di scegliere le persone da ospitare e il Comune ha optato per indirizzarsi verso le famiglie. La distribuzione sarà equa e ordinata, nell’interesse di tutti, ospitanti ed ospitati. Quello dell’accoglienza è un grande valore laico e di civiltà. E’ sbagliato attribuire responsabilità e condanne a priori a persone che ancora devono arrivare sul nostro territorio“.

Una parte dell’amministrazione però è ancora dubbiosa e alcune delle polemiche nate non molto tempo fa, si sono riproposte anche in Consiglio Comunale.

Ad esempio, i consiglieri Clelia Ferrara, Renato Aliberti, Antonio Barbuti, sono preoccupati per la sicurezza della città e dei suoi cittadini; Barbuti, in particolare, preferirebbe che queste persone venissero aiutate nei loro Paesi.

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Armando Lamberti, invece, crede che la città di Cava (aggiungerei tutta l’Italia) non può voltare le spalle a coloro che richiedono aiuto, appartenenza, riparo.

Queste le sue parole: “Nel volto sofferente di chi fugge dalla miseria, dall’odio, dalla violenza e dagli orrori dei conflitti, non possiamo non vedere il volto di Cristo. E’ con questa convinzione, pur nella consapevolezza della complessità e drammaticità del fenomeno migratorio, che assume i contorni di un  inarrestabile e problematico esodo biblico, sono fermamente convinto che non possiamo voltarci dall’altra parte e che il nostro contributo all’accoglienza, per quanto sia solo un granello in una distesa di sabbia, non possa in alcun modo essere negato“.

accoglienzaFinalmente, quindi, sembra che l’amministrazione di Cava de’ Tirreni si sia adeguata alla richiesta nazionale, ma anche alle altre forme di accoglienza che già sono presenti sul territorio cavese. Come quella di Padre Giacomo Santarsieri, direttore della casa di accoglienza “San Felice”, che già da tempo ospita nella sua struttura chi ne ha bisogno. Perché, come ha ricordato proprio lui in un’intervista: “la terra è patrimonio dell’umanità intera, non di privilegiati“.

Federica Ruggiero

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