La teoria dell’ evoluzionismo è uno dei più rivoluzionari concetti ai quali la scienza sia mai arrivata. Sebbene oggi sia accettata come dato di fatto dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica,la teoria dell’evoluzione è riuscita ad imporsi soltanto a partire dal diciannovesimo secolo.
Prima che i modelli elaborati per spiegare la biodiversità dei viventi proponessero una storia filogenetica delle specie basata sulla teoria evoluzionistica,il pensiero scientifico era radicato sui concetti di creazionismo e fissismo.Il concetto di creazione vede la vita come opera di un Dio che avrebbe plasmato il mondo e tutti gli organismi viventi.
I fissisti affermavano che la specie fosse immutabile e fissa nel tempo.Ritenevano un fatto incredibile che le specie derivassero le une dalle altre, in quanto Dio le aveva create così come sono adesso (secondo i Septuaginta – Genesi 1,3 – il mondo e tutti i viventi erano stati creati in sei giorni. Durante il settimo, invece, il Creatore si concesse il riposo).
Se oggi questi concetti sembrano privi di scientificità (del resto la Bibbia va presa per ciò che è:un testo religioso,e non scientifico),va riconosciuto il merito alle Sacre Scritture di avviare le prime discussioni circa la storia del mondo organico.Il discorso fu sviluppato poi dal VI al IV secolo a.C. dal filosofi della civiltà ellenica.
Pensatori come Anassimandro,Empedocle ed Aristotele si pronunciarono al riguardo,considerando la possibilità che le forme viventi rappresentassero una successione,e non tipi senza connessione,creati a caso.Questa successione però non era pensata in termini evoluzionistici,come la intendiamo adesso;essa era di fatto una progressione che partiva da forme “meno prossime alla perfezione” a forme “più vicine alla perfezione”.Una sorta di ascesi al Divino,per lo più antropocentrica.
Tra i filosofi succitati un approfondimento lo merita senz’altro il pensiero espresso dal “padre della logica”.Egli infatti scrisse molto riguardo i viventi e le scienze naturali.Addirittura si potrebbe considerare lo stagirita l’iniziatore della zoologia moderna.Nei suoi scritti troviamo interessanti descrizioni di specie animali,elaborate non soltanto attraverso la semplice osservazione,ma anche interpellando cacciatori,pescatori,allevatori e tutti coloro che erano a stretto e diretto contatto col mondo della natura.
Nelle opere aristoteliche troviamo concetti ed idee assai moderne:egli si interroga circa il significato del termine specie (εἶδος),che è vista come qualcosa di realmente esistente,e non come una mera categoria individuata dall’uomo ed atta alla classificazione(di fatti la specie è ritenuta ad oggi,scientificamente,l’unica categoria tassonomica reale).Alle varie specie erano attribuite caratteristiche permanenti,che le distinguevano dalle altre.Inoltre alla specie era riconosciuto uno scopo,ovvero la causa finale : la conservazione di se (l’autoconservazione è uno degli istinti che i darwinisti riconoscono negli animali).
II discepolo di Platone espose una sua tassonomia e sistematica,classificando gli elementi naturali in un proprio schema,in accordo con la sua disciplina filosofica.Egli elabora un metodo tassonomico nel quale esiste una gerarchia logica di concetti in cui alcune idee sono più estese di altre e le comprendono,fornendo un criterio di classificazione.I termini che designano questa gerarchia tra le idee sono genere e specie,lemmi propri anche della moderna scienza sistematica.
Aristotele utilizzava una sistematica additiva,ed in questo è possibile leggere un’idea di evoluzione:ogni categoria risultava via via più complessa e veniva descritta con un numero maggiore di predicati .In partenza egli divide il mondo in non viventi(che,semplicemente,esistono) e viventi.I viventi erano suddivisi in tre regni :piante(che esistono e si riproducono),animali(esistono,si riproducono e si muovono),uomini(dotati,oltre che delle caratteristiche degli altri animali,di pensiero).
Nel “De Anima” compie una prima classificazione degli animali,dividendoli in base al loro sistema di locomozione in aerei,terresti e marini.Una classificazione più dettagliata la troviamo in opere più specifiche.
Per lo stagirita gli animali erano ascrivibili a due grandi categoria: ἒναιμα (dotati di sangue) ed ἂναιμα (privi di sangue).Questi poi erano divisi in generi,che a loro volta comprendevano le varie specie.Il primo gruppo,gli ἒναιμα era formato da cinque generi:i vivipari quadrupedi (i mammiferi terrestri),gli ovipari quadrupedi (cioè rettili ed anfibi),gli uccelli,i pesci ed i mammiferi marini.
Il secondo gruppo,gli ἂναιμα comprendeva i cefalopodi,gli έντομα (gli “insetti”di Aristotele comprendevano anche animali attualmente non iscritti alla classe degli insecta,come ragni,scorpioni e millepiedi),i testacea(animali dotati di conchiglia) e gli zoofiti (piantanimali).Questa categoria comprendeva organismi considerati una via di mezzo tra le piante e gli animali,come gli cnidaria ed i porifera.Questo taxon ha avuto per secoli peso scientifico,ed anche scienziati come Linneo, Cuvier e Lamarck considerarono gli zoofiti come classe.
Lorenzo Di Meglio
Bibliografia:
1 Paul B. Weisz – Zoologia – Zanichelli
2 Fabio Cioffi,Giorgio Luppi,Amedeo Vigorelli Emilio Zanette – Il testo filosofico 1 l’età antica e medievale – Mondadori
3 Richard C. Brusca,Gary C.Brusca – Invertebrati – Zanichelli