Già da qualche giorno Salvini ha ufficialmente sorpassato Renzi nel conteggio dei “mi piace” su Facebook, evento celebrato dal leghista con tanto di post e una promessa: il sorpasso si completerà nella vita reale, alle prossime elezioni.
Una parte del web ostile al leghista è dunque insorta citando ironicamente migliaia di altre personalità che possiedono più mi piace di Salvini e che dunque potrebbero essere i prossimi candidati premier del Belpaese, da Eros Ramazzotti ai Modà, passando per Belen Rodriguez, Kevin Spacey e Claudio Bisio, che a dire la verità in uno dei suoi ultimi film presidente ci diventava per davvero.
Nonostante alcuni (pochi) continuino a considerare Facebook solamente come un futile intrattenimento, un buon metodo per ricontattare ex-compagni di banco perduti di vista, o al massimo una chat erotica, esso è il social network che conta attualmente il maggior numero di iscritti in Italia, 26 milioni su una popolazione di 60.
Se diamo insomma ascolto a sondaggi elettorali o commerciali (vedi Auditel) che si basano su campioni di popolazione che non raggiungono neanche la cinquantesima parte degli utenti Facebook italiani (Auditel ad esempio raggiunge non più di 100.000 soggetti), si converrà che interpretare il sorpasso di Salvini su Renzi come un nulla di fatto è quantomeno superficiale e incoerente, per non dire sbagliato.
Essere popolari su Facebook è importante, così come su altre piattaforme social, ed è importante soprattutto per chi, in fin dei conti, viene legittimato al proprio mestiere di politico proprio grazie a dei “mi piace”, non virtuali ma reali: delle crocette a matita indelebile segnate in cabina elettorale.
Parto da queste considerazioni per elaborarne altre, spulciando fra i profili dei sette leader al momento più seguiti in Italia: Renzi, Salvini, Grillo, Berlusconi, Vendola, Alfano-Casini (accorpati) e Meloni. Analizzerò in maniera rudimentale il rapporto fra mi piace e l’ultimo sondaggio elettorale Euromedia, e ripeterò l’analisi utilizzando un indicatore diverso dai “mi piace”.
1) (Con questi numeri mi riferisco ai grafici riassuntivi presenti nell’immagine)
Salvini avrà anche sorpassato Renzi, e la forbice continua ad aumentare di giorno in giorno, ma non è ancora il politico più popolare sul social in Italia, lo scettro infatti resta saldamente nelle mani di Beppe Grillo, che oltre al boom politico delle passate elezioni nelle quali ha visto il suo Movimento Cinque Stelle imporsi come miglior partito italiano, fa ormai da tempo registrare numeri record anche fra le adesioni di Facebook. 1.700.000 mi piace, più del doppio rispetto a Salvini e Renzi (811.000 e 791.000), con l’ex-comico genovese che fa sua la fetta più grande del grafico a torta, testimoniando la predisposizione naturale del Movimento per il web. Subito dopo il trio di testa segue Silvio Berlusconi, che con i suoi 681.000 mi piace sembra non subire gli effetti dell’inagibilità politica, e colma il gap anagrafico con la parte più numerosa degli utenti Facebook, quelli tra il 18 e i 45 anni.
2)
Ho elaborato dunque un nuovo grafico che riporti la suddivisione attuale di gradimenti tra i 7 leader precedentemente citati (si noti quindi che non essendo comprese tutte le altre preferenze le percentuali di gradimento saranno lievemente rialzate). Ovviamente ora la fetta più grande di gradimenti spetta al Presidente del Consiglio Renzi, che ne possiede il 38%, con Grillo che si assesta al 22%, Salvini al 15% e Berlusconi al 13%.
3)
Con questo terzo grafico ho voluto calcolare in maniera rudimentale la disparità tra mi piace su Facebook e reale suddivisione dei gradimenti osservata da Euromedia: balza subito all’occhio il dato riferito al leader di Sel Nichi Vendola, che nei gradimenti reali si assesta al 4%, mentre su Facebook gode di una popolarità molto più grande, con 542.000 mi piace. Cosa può voler dire questo dato? Forse che il leader di Sel non sia riuscito ancora ad esprimere il proprio pieno potenziale, che vuoi per un’alleanza sbagliata, vuoi per altre cause concorrenti non sia ancora riuscito a trovare la “formula magica” per trasformare la simpatia e l’interesse in voti. Stesso discorso anche se in misura minore si può fare per Beppe Grillo, ma come ho già detto in precedenza i numeri del pentastellato sui social hanno dell’incredibile, e dovesse riuscire a convertirli in voti reali staremmo parlando già del nuovo Governo Grillo. Al contrario l’attuale premier Renzi presenta un trend opposto, ovvero ottiene più gradimenti reali che virtuali. Ciò vuol dire innanzitutto che Renzi è riuscito a coinvolgere anche tutto quell’elettorato che per caratteristiche anagrafiche non hanno dimestichezza con i social, come detto prima infatti la maggior parte degli utenti Facebook ha tra i 18 e i 45 anni. Attenzione quindi a parlare di Renzi come il re dei social, perchè a quanto risulta gran parte del suo target i social non li utilizza affatto.
4)
Resta però ancora un grande dubbio da chiarire: se i mi piace possono essere un buon indicatore di popolarità anche nella vita reale, perchè Salvini ha più mi piace di Renzi? Cosa può smentire l’evidente paradosso secondo il quale, nonostante le valanghe di mi piace, Grillo non è il Presidente del Consiglio d’Italia? Le risposte sono due: uno è ineleggibile, e due i mi piace su Facebook non esprimono solamente un gradimento, ma rappresentano un aggancio alla pagina del personaggio che si vuole seguire. Dal momento in cui si clicca “mi piace” si verrà automaticamente aggiornati riguardo le attività recenti di colui che “è piaciuto”, ciò non vuol dire che i mi piace di Facebook non contino nulla, ma che denotino un interesse più che un gradimento.
C’è però forse un altro modo per constatare la popolarità reale di un personaggio partendo dalla sua pagina Facebook: contare le condivisioni. Quando un utente condivide un post da un’altra pagina non lo fa solo per interesse, ma perchè “condivide” appunto il messaggio del contenuto condiviso, lo aggrada, al punto da volerlo presentare anche ai suoi amici più stretti.
Contando la media delle condivisioni totalizzate negli ultimi 10 post della top 7 di politici nostrani, potremo scoprire che miracolosamente i rapporti di forza sono tornati ad essere molto più vicini a quelli dell’ultimo sondaggio Euromedia, che Salvini è dietro Grillo che a sua volta è dietro Renzi, primo anche se con poco scarto in una classifica finalmente verosimile. Subito dopo la Meloni, Berlusconi, Vendola (ridimensionato), e Alfano-Casini.
A dire il vero però un’eccezione ci sarebbe, ed è rappresentata dal deputato a Cinque Stelle Alessandro Di Battista. È come se in un certo senso la grande mole di traffico web totalizzato da Beppe Grillo si sia riversata sul pentastellato al momento della sua nomina nel direttorio dei 5 voluto dall’ex comico genovese. I numeri di Di Battista hanno dell’incredibile, e non tanto riguardo ai “mi piace” (comunque 503.000), ma quanto alle condivisioni, che come detto prima sono un indicatore migliore di popolarità reale. Di Battista fa contare una media di 20.026 condivisioni per i suoi ultimi 10 post, mentre Renzi, che è il capoclassifica dei 7 leader esaminati si assesta solamente sulle 600. I contenuti di Di Battista insomma girano più di quanto facciano quelli di qualunque altro politico del nostro paese. Che sia giunto per Beppe Grillo il momento di farsi definitivamente da parte?
Valerio Santori