Una rondine non fa primavera e alla stessa maniera un dato positivo non sovverte una borsa depressa. Questa notte è stata frenetica per gli operatori, il dato atteso sulla produzione industriale cinese ha immobilizzato i mercati asiatici e gli effetti si vedono sul panorama europeo.
Si aspettavano una contrazione, o avevano preparato la giornata basandosi su uno sviluppo negativo dell’HSPC index, e la smentita delle loro aspettative, con l’indice salito a 50,5 dal 50,2 di Agosto, ha generato depressione nelle borse asiatiche, che si apprestano a chiudere la giornata in sostanziale pareggio rispetto a lunedì, con Hang Seng (-0,48%) e NIKKEI 225 (-0,7%) maglie nere per il continente, del resto il Ministro delle Finanze ha frenato da subito gli entusiasmi, affermando che non avrebbe modificato la politica monetaria a causa di un singolo indicatore negativo.

Appesantite dalle scarse prestazioni asiatiche, le borse europee hanno subito gli effetti anche delle attese riguardo gli sviluppi dell’economia reale, con gli economisti che prevedevano una contrazione per l’omonimo indice europeo ed un lieve sviluppo per l’indice riguardante il settore terizario, le aspettative erano quindi per un indice composito (manifattura + servizi) sostanzialmente alla pari del dato precedente. Queste speculazioni sono state poi tradite dal dato effettivo (52,3) inferiore alla lettura di Agosto.

Frenano le le prime due economie dell’Unione. Il pmi manifatturiero tedesco scende a 50,3 dai 51,4 di agosto. Un dato molto al di sotto delle attese degli analisti che avevano previsto una flessione più contenuta, con l’indice a 51.2 punti. Sale l’indice dei servizi, che da 54,9 punti di agosto, raggiunge quota 55,4. L’indice composito è salito a 54 a settembre dal 53,7 di agosto.
Male la Francia. L’indice flash complessivo, calcolato da Markit, si è infatti attestato a 49,1 punti, dato minimo negli ultimi tre mesi, che fa disperare gli investitori francesi, considerando che per tutte le letture la quota di 50 punti separa le fasi di espansione da quelle di contrazione dell’economia. Dato che riflette l’andamento borsistico di titoli manifatturieri francesi come Airbus (-2,21%), Legrand (-2,17%) e Michelin (-2,79%).
La lettura di questi dati ha influenzato principalmente il mercato dei Titoli di Stato, l’incertezza sui destini incrociati delle economie mediterranee ha spinto i capitali verso i titoli più sicuri del Nord Europa, dilatando lo spread dei titoli a dieci anni. Anche in questo caso la maglia nera spetta agli OAT (Obligations Assimilables du Tesor) francesi, che ad oggi rendono 1,34%, con un differenziale rispetto all’omonimo tedesco in aumento del 2,11%, che affondano Credit Agricole (-1,55%) e BNP (-1,85%), la somma di questi dati rende Parigi maglia nera d’Europa con l’indice CAC 40 in calo dell’ 1,52%.

Male i Bonos spagnoli che perdono l’1,07%. Il differenziale tra BTP e Bund aumenta del 1,97% trascinando nel campo negativo il settore bancario italiano ( -0,91% IntesaSanPaolo, -1,20% Unicredit, -0,98% MPS), che a sua volta spinge l’indice FTSE MIB  sotto dello 0.79%, i dati sull’indice borsistico italiano vanno però sottoposti a prudenti riflessioni, infatti i dati settimanali sono altalenanti, e riflettono le attese degli operatori nei confronti di una serie di appuntamenti. Primo fra questi è l’asta annunciata ieri sera per giovedì 24 dal ministro Padoan, in cui saranno offerti titoli a lungo termine (maturità Settembre 2021 e Settembre 2041) a tasso fisso e variabile per un ammontare compreso tra i 3,25 miliardi ed i 4,25 miliardi, a seguire Venerdì 26 verranno offerti BOT a 6 mesi (in misura che verrà definita stasera, ma prevista da IntesaSanPaolo sui 7,5 miliardi) mentre Lunedì 29 ci saranno le offerte per i titoli del medio-lungo periodo.
Atteso il prossimo CdA di Unicredit che discuterà la cessione del 50% di Pioneer (impresa di asset managment) agli spagnoli di Santander.

Marco Scaglione

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