NAPOLI- Il trasporto pubblico a Napoli può essere paragonato a una voragine nera che ogni anno lascia a piedi sempre più cittadini. Può sembrare un paragone esagerato o privo di fondo, ma non per chi ogni giorno sa che l’unico modo per arrivare in ufficio, a scuola, o in qualsiasi altro posto è quello di affidarsi a un biglietto pubblico.
È una verità che ancora una volta non rende grazia alla città di Napoli, ma che in realtà non risparmia quasi nessuna regione italiana. Sono anni, infatti, che si sente parlare di scioperi, cortei, manifestazioni per tutelare pendolari e lavoratori eppure, anche quest’anno, si tende a voltarsi indietro e dire “ si stava meglio, quando si stava peggio”: ecco i nuovi tagli alle corse e gli aumenti sul costo del biglietto. Una decisione per molti passata inosservata grazie ai suoi tempi di approvazione che risalgono ad agosto ma che nei primi giorni del 2015 troveranno attuazione.
Si tratta di novità che portano in se il seme dello svantaggio. Una medaglia a doppia faccia per chi utilizzerà una sola corsa, o più corse. Una riforma che intende promuovere la <fidelizzazione>. Si prevede, grazie all’impossibilità di usufruire di più corse con un solo biglietto urbano, una forte riduzione di questi e un aumento di quelli extraurbani.
Ad esempio, una corsa Anm che sia in metrò, in funicolare o in bus costerà un euro, ossia 30 centesimi in meno rispetto a quello attuale, che però una volta obliterato il biglietto lo renderà inutilizzabile in quanto abilitato ad una sola corsa.
Un’offerta del tutto precaria in presenza di un servizio già ridotto. Già deciso, inoltre, l’aumento di 20 centesimi per chi userà l’Unico Campania. Un aumento che rende ancor più lontana la speranza verso un sistema di tariffazione a chilometri.
Ovviamente, è da escludere l’idea che l’incremento dei costi porterà a un miglioramento del servizio pubblico. Tutto ciò, infatti, è solo quanto basta per sostenere i servizi minimi. Un servizio che, in realtà, non viene per niente soddisfatto, basti pensare alla Ferrovia Cumana che per coprire meno di 20 km impiega oltre 45 minuti, senza considerare le condizioni in cui si trovano a viaggiare gli utenti, costretti a fare i conti con ritardi che sono all’ordine del giorno e con mezzi che andrebbero sicuramente rottamati.
Sicurezza meno di zero, garanzie anche al di sotto e tutela che manca da anni, l’unica cosa che cambia è l’aumento del prezzo e un possibile calo delle corse.
Una politica, inoltre, che rema totalmente contro le tante proposte di responsabilità ambientale che più volte hanno posto Napoli nel mirino dell’inquinamento.
Carmela Davide