Ieri, mercoledì 24 maggio 2017 alle ore 18:00, prima presso il Cinema Teatro Pierrot e poi presso la Casa del Popolo di Ponticelli, è stato conferito il Premio Ponticelli al professore Guido D’Agostino.
A introdurre la cerimonia è stato Roberto D’Avascio, presidente dell’associazione no profit Arci Movie, che da decenni opera sul territorio ponticellese. Dopo un caloroso benvenuto e dopo aver comunicato al pubblico che la sala cinematografica sarà ristrutturata in estate per offrire un servizio migliore a tutti, il presidente D’Avascio ha spiegato che il Premio Ponticelli vede la luce per la prima volta quest’anno: ” Siamo all’edizione 0 di questo premio:“Arci Movie”,”Casa del popolo”, “Il quartiere”e la Basilica Sant.ssma Maria della Neve, che sono le quattro associazioni che da anni cooperano insieme sul territorio, hanno deciso di istituire un premio dedicato a coloro che si impegnano a mantenere viva la memoria del territorio. E il primo a riceverlo è lo storico Guido D’Agostino“.
Dopo un breve filmato prodotto dal giovane regista Giovanni Bellotti dal titolo “Partigiano della memoria”, Imma Colonna ha conferito il premio a Guido D’Agostino:” il premio intende valorizzare il lavoro svolto da personaggi del mondo della cultura, del giornalismo, dello sport, dello spettacolo e delle istituzioni che con il loro operato hanno messo in risalto e valorizzato le potenzialità del territorio di Ponticelli. Per l’edizione 2017 il premio verrà consegnato al professore e storico Guido D’Agostino per il suo fondamentale apporto alla divulgazione del sapere storico ed alla costruzione di nuovi percorsi di ricerca, per l’infaticabile opera di rivendicazione del diritto alla MEMORIA, per aver sostenuto con la forza e la passione dei suoi studi “il ruolo di primaria importanza” che Ponticelli ha avuto nello sviluppo e nell’evoluzione storica della città di Napoli, per il profondo rapporto umano, di affetto e di vicinanza con Ponticelli, consolidatosi in lunghi anni di frequentazione del territorio, nel dibattito culturale e civile”.
Dopo un lungo applauso e dopo alcune brevi parole di ringraziamento, la cerimonia di consegna del Premio Ponticelli si è spostata presso la Casa del Popolo. Imma Colonna ha spiegato che l’idea di conferire questo premio è nata da uno scambio di battute tra lei e il professore, in quanto se il quartiere Ponticelli fosse una città, egli avrebbe sicuramente meritato la tanta ambita cittadinanza onoraria; ma poiché siamo è un quartiere è giusto riconoscere un merito tale da poter essere paragonato alla cittadinanza onoraria.
Imma Colonna ha invitato a esprimersi anche l’autore del Premio Ponticelli: Vincenzo Rusciano. L’artista, nato e cresciuto a Ponticelli, con le difficoltà tipica di ogni artista e con cotanta emozione, ha spiegato che la scultura è la sovrapposizione di due sagome: quella posteriore rappresenta il passato, quella anteriore il presente. La storia e la contemporaneità sono unite tra loro perché offrono la visione di quello che siamo e di quello che siamo stati.
A seguito del continuo della seconda proiezione sempre curata da Giovanni Bellotti, Imma Colonna ha passato la parola a Aldo Cennamo, rappresentante dell’associazione Casa del popolo. Partendo dal presupposto che è meglio conferire i premi alle persone illustri quando esse sono ancora vive e non quando invece sono passate a miglior vita, Cennamo ha spiegato che il Premio Ponticelli è un riconoscimento all’amicizia, alla gratitudine e al lavoro svolto dal professor D’Agostino, che da sempre si è impegnato nel quartiere. In un luogo come Ponticelli, oggi l’illegalità prende il posto della legalità, della libertà e della cultura: la cooperazione delle quattro associazioni attive sul territorio è il primo dei numerosi tasselli che servono a fare cultura e a ritornare ai valori ambiti da ogni società che possa definirsi civile. Guido D’Agostino, è stato uno di quelli che si è sporcato le mani con i fatti, e ha riacceso la speranza e i sogni delle nuove generazioni senza mai tralasciare i suoi studi e le sue ricerche.
A seguire ha preso la parola Andrea D’Angelo, rappresentante dell’associazione “Il quartiere”, il quale ha elencato solo alcuni degli studi condotti da Guido D’Agostino: la storia degli Aragonesi nel Mezzogiorno, Alfonso il Magnanimo, la storia elettorale delle amministrative nei piccoli comuni, e il Sud Italia nella Resistenza.
Don Ciro Cocozza, parroco della parrocchia Sant.ssma Maria della Neve, ha esordito dicendo che il lavoro svolto dal professore deve fungere da esempio per le nuove generazioni a studiare il luogo in cui vivono. Infatti, anche dal punto di vista religioso, Ponticelli è stata una realtà importante: basti pensare che nel lontano XVIII secolo fu costruito un orfanotrofio per le piccole fanciulle, e a quelle personalità quali Caterina Volpicelli e Bartolo Longo.
A chiudere la serata è stato un lungo discorso del professore Guido D’Agostino, che con il cuore colmo di emozioni, ha spiegato al pubblico in sala che nei giorni precedenti alla consegna del Premio Ponticelli ha fatto finta che non stesse accadendo nulla:molto spesso, essere coinvolti in un’esperienza laboriosa e attiva è travolgente, difficile e doloroso. Ricevere il premio al Pierrot è ancor di più un riconoscimento: egli è stato uno di quelli che si è battuto affinché il quartiere fosse dotato di un cinema e di un punto di aggregazione. Inoltre, ha ricordato con gioia gli anni trascorsi all’università: con i suoi alunni ha sempre cercato di instaurare un rapporto solido e saldo. “Ponticelli è un microcosmo in un macrocosmo: io l’ho scoperta grazie ad alcuni miei amici, mi sono innamorato e non l’ho lasciata più. Ma questo microcosmo è comunque cambiato nel corso degli anni e nonostante le grandi capacità sta vivendo un momento di regressione. Ho creduto di vedere a Ponticelli la realizzazione del teorema gramsciano: Gramsci aveva elaborato una teoria che presupponeva che i valori portati avanti da un’entità singolare diventassero valori comuni”. A questa rivoluzione ha aspirato il professore Guido D’Agostino, il quale ricevendo il Premio Ponticelli ha visto ricompensato materialmente tutto l’amore che nutre per il quartiere.
Arianna Spezzaferro