L’iter è ancora lungo, ma la strada sembra già tracciata: l’obbligo di cognome paterno per i figli, tradizione che non accomuna tutti i paesi europei, verrà abolito e sostituito dalla libera scelta dei genitori.

In realtà non è proprio così semplice: innanzitutto la scelta è libera ma dev’essere congiunta, e qualora non ci sia accordo il cognome del bambino diventa doppio, ed è una scelta valida ovviamente anche per tutti i figli successivi al primo. In secondo luogo il doppio cognome seguirà l’ordine alfabetico nella disposizione dei due cognomi. Infine il doppio cognome non sarà interamente trasmissibile ai figli, e dunque chi ha il doppio cognome avrà anche l’onere di scegliere il cognome di uno dei due genitori. Quest’ultima previsione aveva creato non poche perplessità tra coloro che a luglio avevano chiesto e ottenuto un rinvio del testo di Michela Marzano (Partito Democratico) ad una discussione più accurata. L’ex-ministro Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) aveva ad esempio affermato la sua contrarietà alla parte del provvedimento che scarica sui figli la scelta del cognome da trasmettere, nel caso di doppio cognome, perché “equivarrebbe”, secondo la deputata forzista, “a chieder loro di preferire un genitore all’altro, ponendo loro un problema di coscienza di non poco conto anche se nella maturità”.

Oggi la Camera approva con una larga maggioranza (239 sì, 92 no e 69 astenuti) un testo che tuttavia non avrà immediata efficacia una volta approvato in via definitiva (passando al vaglio del Senato), perché rimanda comunque la sua piena entrata in vigore ad un regolamento attuativo – da emanare entro 12 mesi – che si occuperà dei dettagli. Dettagli che appunto dovranno essere regolati in modo da non creare i disordini amministrativi – ma non solo – che i detrattori del disegno di legge avevano messo in evidenza. Prima dell’emanazione del suddetto regolamento sarà comunque possibile aggiungere, per i nuovi nati, il cognome materno a quello paterno qualora ci sia accordo di entrambi i genitori.
Il testo una volta approvato adeguerà il nostro ordinamento ad una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, che aveva appunto riconosciuto il diritto alla piena libertà di attribuzione del cognome.

Come per i figli naturali nati all’interno del matrimonio, stesse regole con qualche aggiustamento varranno anche per figli adottivi e per i figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti dal padre naturale, salvi i casi in cui il riconoscimento sia tardivo.

Roberto Davide Saba

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