Il mondo del marketing è molto variegato ed abbraccia ambiti svariati, dalla psicologia alla sociologia, dall’economia alla comunicazione, e un “volto” particolarmente interessante di tale disciplina corrisponde al cosiddetto positioning.

Il positioning, o meglio l’ottenimento di un buon positioning, è un qualcosa in grado di garantire un notevole vantaggio nei confronti della concorrenza, è tuttavia un obiettivo sicuramente complesso da raggiungere il quale richiede, di conseguenza, una cura molto scrupolosa di diversi dettagli.

Siamo costantemente oggetto di messaggi pubblicitari

Poniamoci subito la domanda di fondo, dunque: che cos’è il positioning? Per essere esaustivi, cerchiamo di rispondere a questa domanda con una riflessione.

In quanto consumatori, o anche in quanto mero “pubblico”, siamo costantemente oggetto di messaggi pubblicitari più o meno espliciti: ci imbattiamo costantemente in brand, nomi di aziende, nomi di prodotti, e in questo vero e proprio “marasma” di marketing è assai probabile che le aziende vengano percepite tutte allo stesso modo.

Ma cosa accadrebbe se un’azienda, o meglio un brand, riuscisse a prevelare rispetto agli altri? Cosa accadrebbe se i suoi messaggi pubblicitari catturassero subito la nostra attenzione e se riuscissimo ad identificare quel marchio senza bisogno di troppi “aiuti”?

Questa non può che essere una prospettiva allettante per l’azienda, ma un risultato come questo, è evidente, non è affatto semplice da raggiungere: bisogna sicuramente lavorare in modo costante e minuzioso e soprattutto saper organizzare dettagliatamente anche gli aspetti che i competitor reputano erroneamente poco rilevanti.

Che cosa si intende per positioning

Chiariti questi concetti, possiamo spiegare che cos’è esattamente il positioning: esso è sostanzialmente il modo con cui viene percepito un determinato brand, l’immediatezza con cui viene ricollegato ai prodotti ed ai servizi che offre e, ovviamente, la percezione della sua qualità e della sua affidabilità.

Ciò è dovuto al fatto che tale marchio si è “posizionato”, appunto, in un determinato punto della nostra mente, e questo ci consente di identificarlo in modo pressoché immediato.

Questo posizionamento, ovviamente, non è frutto del caso, bensì è il risultato della comunicazione e delle strategie di visibilità che questo marchio ha attuato, ecco perché si tratta di un obiettivo che viene raggiunto gradualmente e con un’attenzione scrupolosa ad ogni strategia promozionale che viene attuata.

Quali strategie possono definire il positioning

Se ci si chiede come si può costruire un buon positioning, dunque, fornire un’univoca risposta è assolutamente impossibile, proprio perché è un risultato che è la somma, appunto, di molteplici azioni.

Sicuramente possono essere preziose le campagne di marketing attuate in rete e nei social network, dunque tutto ciò che riguarda il mondo del Web Marketing, lo stesso vale per le strategie promozionali più classiche, come la pubblicazione di inserzioni pubblicitarie in riviste cartacee o l’affissione di manifesti.

Anche la semplice visione di un logo può contribuire a definire il positioning, si pensi ad esempio alla strategia, perseguita ormai da molte aziende, di proporre il proprio logo su gadget aziendali appositamente personalizzati come quelli proposti da Duelle Promotions: distribuendo questi articoli, anche in modo gratuito, ci si può garantire una visibilità virale davvero molto preziosa.

Ogni strategia dev’essere parte di un progetto ad ampio raggio

È questo, dunque, ciò che si intende per positioning, un concetto molto interessante che può davvero fare la differenza tra le strategie di marketing di un’azienda.

Dal momento che, come visto, il positioning è di fatto la somma di azioni di marketing tecnicamente differenti, è fondamentale che le varie strategie non siano mai attuate singolarmente, ma che siano sempre parte di un progetto più ampio.

Pasquale De Laurentis

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