Da Calais al caso più recente del Messico, la dialettica del muro contro gli immigrati sembra ormai essere pratica diffusa nei grandi Stati del mondo. E se questi possono sembrare casi limite, se vi sembra che la democrazia stia lentamente lasciando il posto alla paura del diverso, non meravigliatevi. Succede anche nel posto più vicino che possiate immaginare. Succede a Cava dei Tirreni, dove a fare da muro è una petizione anti accoglienza firmata dai cittadini.
Si è da tempo diffusa la voce che a Cava de’ Tirreni dovrebbero trovare asilo 150 migranti, da aggiungersi ai venti già ospiti del convento dei Cappuccini. L’ex assessore alla sicurezza Alfonso Senatore ha presentato e diffuso una petizione anti accoglienza. Il testo, secondo quanto scritto dal quotidiano La Città, conterebbe già 4000 firme.
A turbare le coscienze dei firmatari ci sarebbero molti problemi: quanto costerebbe ospitare i rifugiati? Dove si troverebbero i fondi? Esiste già un piano?
Quello che più sta a cuore all’ex assessore Senatore è invece la sicurezza dei cittadini che a quanto pare “lascia già a desiderare”. E sono gli stessi cittadini a confermare questa tesi, nei commenti alla questione sui social. Commenti di cui certamente sarebbe fiero il leader della Lega Matteo Salvini, che sul “Tutti a casa loro” ci ha costruito un’intera campagna elettorale.
Di “problema migranti” ed eventuali soluzioni, abbiamo discusso con il consigliere di maggioranza Eugenio Canora.
“Non si dovrebbe parlare di problema migranti, ma di fenomeno: il Mediterraneo è sempre stato terra di passaggio per le migrazioni, non è una cosa nuova. Piuttosto, sarebbe ragionevole attuare un piano che razionalizzi l’accoglienza: accogliere è un dovere morale civile e politico. “
Crede che dietro alla petizione si nasconda un atteggiamento xenofobo?
“Piuttosto che di xenofobia parlerei di paura legata a una mancata comprensione del fenomeno”.
Si, ma nella petizione si fa leva anche sulla minaccia per la sicurezza dei cittadini…
“Questo appartiene ad un modo sbagliato di fare politica che fa leva sulle paure dei cittadini…”
Quali sarebbero le soluzioni alternative alla non accoglienza?
“In pratica, esperienze di inserimento di migranti nella vita della comunità sono già state avviate: i venti ragazzi ospitati dal convento vanno a scuola e sono ben inseriti in classi miste. La soluzione sarebbe istituire un piano di collaborazione tra governo centrale, cioè Roma, Comuni e cooperative di accoglienza. Non dimentichiamo che, oltre all’arricchimento culturale, chi ospita trae anche vantaggio economico”.
E non dimentichiamoci il vantaggio più grande che si nasconde dietro l’accoglienza: il coraggio di essere umani. Quello, lo hanno dimenticato un po’ tutti.
Angela Avallone