Guiderà il Brasile per altri 4 anni la presidente Dilma Roussef, che è stata rieletta al secondo turno con il 51,6% di voti. Il suo sfidante è arrivato poco dopo, ottenendo il 48,36%. Alta la percentuale di votanti che corrisponde al 78,9%, non troppi gli astenuti, i quali tra gli aventi diritto sono stati il 21,1%. Perde così Aécio Neves, il candidato conservatore che sfidava Dilma Roussef dopo una campagna elettorale al vetriolo. Non è bastato l’accordo per il secondo turno con Marina Silva, Neves ha vinto soltanto a San Paolo, tra le grandi metropoli, capitale della finanza brasiliana. Ed è lì che stato dato un largo consenso al nipote di Tancredo.
“Sono disposta al dialogo e questo sarò il mio primo impegno di questo secondo mandato: dialogare”. Così dice Dilma Roussef, tendendo una mano ai propri sfidanti, dopo una lunga battaglia politica caratterizzata da un duro scambio di accuse tra i due candidati. ”Governerò in maniera pacifica e democratica”, spiega, ma soprattutto dedica la vittoria all’ex presidente, dopo un forte abbraccio: “Devo ringraziare una persona: Lula“.
Dilma Roussef, nata a Belo Horizonte nel 1947, è da sempre un membro del Partito dei Lavoratori brasiliano, ha cominciato la sua militanza partecipando alla lotta armata contro la dittatura militare brasiliana in alcune organizzazioni rivoluzionarie, come il COLINA e la VAR Palmares. Ha trascorso circa tre anni in prigione, tra il 1970 e il 1972. Nel 2010 eletta presidente del Brasile, il suo programma era in forte continuità con quello di Lula, cioè l’impegno per lo sradicamento della povertà e la redistribuzione della ricchezza in un paese in crescita come il Brasile, diventato, all’epoca, ottava potenza economica mondiale.
La sfida di oggi resta comunque ardua, infatti, Dilma Roussef dovrà fronteggiare la forte inflazione al 6.5% e la deindustrializzazione del Paese, che potrebbe rallentare la ripartenza. Il Brasile, in ogni caso, resta uno dei Paesi che ha meglio resistito alla crisi economica internazionale. Ma le difficoltà, Dilma, le conosce e per questo che ha dichiarato di voler essere un “Presidente migliore in questo secondo mandato”, perché la lotta sarà più complessa: Welfare per 200 milioni di abitanti, lotta all’inflazione e alla corruzione. Sfide difficili, non da poco.
Luca Mullanu