Il comunicato del leader del Movimento è un vero e proprio colpo di scena, glielo concediamo volentieri. Niente a che vedere con il “stai sereno” ad Enrico Letta di Matteo Renzi, qui siamo oltre. Oltre la realtà. Beppe dice di essere “stanchino” e che, quindi, si fa da parte restando il garante del Movimento e dando alle cinque starlettes lo scettro del potere, ma sempre coordinati da lui. Cosa cambia? Non molto.
Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia, sono gli stessi che hanno affondato il Movimento 5 Stelle perché maggiori interpreti della volontà di Grillo. La domanda nasce spontanea: se a gestire il Movimento saranno loro, insieme a Grillo, dov’è la svolta? Di che parliamo? Di Battista è lo stesso che ha cambiato più volte opinione, insieme a Di Maio e gli altri: sono passati dalla condanna dell’apparizione in tv, come faceva Grillo, ad andare in tv, come suggeriva Grillo, per poi non andare in tv, come ha imposto Grillo. Non occorre cambiare regia, se il regista resta lo stesso. Beppe Grillo non sta cedendo il marchio, il brand, non sta chiudendo il blog e non rinuncia a supportare l’operato delle cinque punte di diamante del Movimento.
La puzza di farsa è dietro l’angolo, infatti, qualcuno spieghi per quale motivo non ci siano state delle primarie. Sì, primarie, tra tutti i parlamentari del Movimento, perché i cinque nomi sono stati imposti da Grillo, o da Casaleggio. Questo è indice dell’ennesima finta: dov’è la democrazia interna se ad imporre i cinque nomi è lo stesso che ha espulso senza appello i deputati senza rispettare il codice di comportamento? Sono tanti i commentatori iscritti al blog che, in queste ore di voto, si stanno rivoltando sul web, si leggono frasi del tipo “La democrazia dal basso va intesa come condivisione di tutte le scelte quindi scelta tra tutti i parlamentari oppure scelta delle regole per la selezione. Questo è il nostro problema, che votando pensiamo di fare una scelta libera che invece in realtà è già condizionata da altri”. Altri invocano le primarie: “facciamo delle primarie, aperte a tutti per decidere il leader e i portavoce nazionali. A me questa sembra l’ennesima mossa che porta alla distruzione del movimento. Io amo questi ragazzi, ma che cazzo ci cheidi a noi si o no su tutti e 5, allora nominateli da solo e non dire che lo hanno scelto gli iscritti. Sono Stanchino anche io”. Ma passeranno come troll, allontanando sempre di più una base che ha solo volontà di partecipare alla discussione.
Il reality show sta terminando, perché è proprio la base del Movimento 5 Stelle che, ormai, sta capendo che non c’è democrazia interna e gli attivisti sono solo degli username con password per cliccare e commentare secondo la volontà di chi gestisce il portale del guru. Quando a casa appare la muffa, non serve dare una mano di vernice per farla sparire.
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