Martedì 28 Luglio, in serata sera A.P., proprietario 44enne di una pompa di benzina nei pressi di Cava dei Tirreni, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nel bagno dell’area di servizio. A detta dei familiari l’uomo da tempo soffriva di una forte depressione dovuta allo scarso successo della sua attività. I problemi finanziari sono iniziati da quando aveva trasformato il distributore in un punto self service subendo così un forte ridimensionamento. Il corpo di A.P., dopo essere stato oggetto di autopsia per verificare le cause della morte, è stato portato a Potenza, suo paese natale. La moglie e i conoscenti lo ricordano così: “Era una persona buona. Purtroppo è stato travolto dagli eventi negativi che gli sono capitati: il fallimento della sua attività e poi numerosi problemi economici che saltavano fuori a catena, gettandolo in una crisi sempre più nera. Non è riuscito a reggere la pressione di questi ultimi mesi. Si è sentito sopraffatto dai suoi problemi. Aveva chiesto aiuto ed in molti gli avevano dato una mano, ma non è bastato. Con ogni probabilità si è sentito con le spalle al muro”.
Una storia tragica e non isolata. Nel corso dei primi sei mesi del 2015 121 persone (111 uomini e 10 donne) si sono tolte la vita per motivi economici. L’aumento dei tentati suicidi è del 50% rispetto a tre anni fa e il fenomeno dei suicidi per la crisi economica si verifica soprattutto al Sud e nel Nord Est, aree più deboli del Paese. I più coinvolti sono gli imprenditori (53) e i dipendenti (19), mentre i pensionati sono a quota 3.
Questi numeri allarmanti sono stati forniti e divulgati dalla Link Campus University di Roma nel suo rapporto semestrale “Suicidi per crisi economica”. Il sociologo e direttore dello studio Nicola Ferrigni ha spiegato che la metodologia impiegata per la raccolta dati è la consultazione di giornali e siti internet in quanto, dal 2012 l’Istat non pubblica più dati relativi ai suicidi dovuti alla crisi. I motivi del silenzio del più noto ed efficiente ente di statistica italiano sono ignoti, ma si può ipotizzare che sia tutto pilotato dai vertici del Governo incaricati di nominarne i funzionari.
A.P. e le 121 persone che hanno subito la stessa triste sorte non saranno mai ricordate neppure come semplici dati in quanto la priorità è mantenere un clima di fiducia e allegria, in Italia, oscurando il vero.
La crisi uccide, lo Stato tace.
Vincenzo Nicoletti