Yu Hua è un autore cinese che è riuscito a far giungere le atmosfere post-Mao in tutto l’occidente. Nei suoi romanzi interpreta ogni singola tragedia e condizione sociale sotto l’aspetto di un problema privato, con quindi esemplificazioni collettivizzanti dei lati della vita quotidiana che riescono a far immergere chiunque nella storia. In “Brothers” Yu Hua definisce i contorni e i radicali cambianti avvenuti durante la rivoluzione culturale. Il romanzo inizia con un’anticipazione del secondo volume “Arricchirsi è glorioso”, una riflessione di Li Testapelata che, sguazzando nelle sue ricchezze e nelle sue conquiste, realizza tristemente di non poterle condividere più con nessuno, neanche con suo fratello, quello che da sempre era stato la sua spalla destra e il suo migliore amico.
Li Guang è il figlio di Li Lan, una vedova derisa e umiliata dal marito che, al pari di Margutte e di Morgante nel capolavoro di Luigi Pulci, subirà una morte assurda che porterà un velo di tragedia nella macabra risata indotta al lettore. Li Lan esaurirà da questo momento tutte le energie per portare avanti la casa da sola e, in assenza di denaro, raderà sempre completamente i capelli al figlio in modo da prolungare la ricrescita e spendere meno dal barbiere: così il nostro protagonista sarà soprannominato da tutti Li Testapelata.

Punto cruciale del romanzo è l’elemento descrittivo con il quale Yu Hua disegna una linea di demarcazione tra il periodo della lieta infanzia di Li Testapelata e il suo nuovo fratellastro Son Gang (figlio del secondo marito di Li Lan Song Fanping) e l’inizio della Rivoluzione culturale. Ogni singolo  passaggio e ogni cambiamento non viene raccontato esplicitamente ma tramite dei segnali e delle stranezze avvertiti dai due bambini, nel modo quindi infantile ed elementare di chi, per la prima volta, sta scoprendo il mondo.

A un tratto chi era considerato come un gran lavoratore, una persona onesta o addirittura (per i bambini) un esempio un eroe del paese fittizio di Liuzhen, poteva ora essere un nemico per la patria per la sola colpa di essere un proprietario terriero. Yu Hua descrive le strade non più sicure: tutti sono un facile bersaglio e chi oggi denigra e usa violenza contro il suo “nemico” in nome della rivoluzione di Mao, domani potrebbe ricevere lo stesso trattamento perché ormai la degenerazione è al limite e non conta solo il proprio lavoro e il proprio statuto sociale, ma anche quello dei propri genitori e dei propri avi. Yu Hua descrive come ogni via si riempiva di fiumane di persone e di drappelli che marciavano ogni giorno avanti e indietro. Sempre più persone portano al polso la fascia e la spilletta del presidente Mao appuntata sul petto e le citazioni del libretto Rosso sulla bocca.

L’odio sociale trova ampio sfogo in una violenza gratuita che rende lecito anche uccidere uomini, donne e bambini con cui magari il giorno prima si era riso, giocato o collaborato. Ormai quel che conta è solo quella targa, quell’etichetta che ti rende qualcuno all’interno dello schema sociale.

«“Mio figlio è morto?”
Nessuno gli rispose, le Fasce Rosse che glielo avevano fatto fuori si stavano ripulendo la faccia la sangue e si guardavano attorno scioccate per la scena di un attimo prima. [..] Li Testapelata assistette ad una rissa tremenda, quattro contro uno, si scazzottavano un po’ di qua e un po’ di là come un’accozzaglia di animali ruzzolanti.»

Gli uomini agiscono meccanicamente, come bestie che cercano di salvaguardare se stesse e lo fanno quindi dimenticandosi della loro natura e sconvolgendo il loro quotidiano.
Li Testapelata e Son Gang vedono la loro famiglia frantumarsi e il loro papà subire l’indescrivibile e seppur non comprendendo i perché, dopo aver vissuto l’inizio della rivoluzione in una bolla di sapone, (con la stessa dolcezza con cui Giosuè è protetto da Guido in La vita è bella) non riescono far altro che alzare gli occhi al cielo in cerca di risposta e piangere disperatamente.

Quando la Rivoluzione culturale ha termine quell’alone di odio e di violenza viene all’improvviso cancellato da Yu Hua, come se avesse passato dell’acool su acquerello.
A far spazio ora è una cittadina che sta ricercando se stessa, che ricorda com’era prima la vita e cerca di ripercorrere i vecchi passi. In questa seconda parte si parla di sentimenti, di legami umani, di forza e di attese. Le attese di una donna (Li Lan) che crede nel suo amore, il rapporto sempre più profondo  tra Li Testapelata e Son Gang, la forza di una famiglia capace di continuare ad andare avanti a testa alta.

Sempre legato al tema del lavoro e dell’arricchimento è la svolta importante di Li Testapelata suggerita nel primo capitolo e descritta nei suoi primi passi  con l’andare avanti della vicenda. Yu Hua si affida ad un comico a tratti grottesco delineando i primi passi di “Arricchirsi è glorioso” con un Li Testapelata che ha fiuto per gli affari, quando, essendo riuscito a vedere, a 14 anni, il didietro di Lin Hong è riuscito a farsi offrire il pranzo da tutti gli uomini di Liuzhem contrattando tale informazione.

Le descrizioni pittoresche di Yu Hua sono un contrassegno importante per il suo stile a tratti comico e grossolano, ad altri sensibili e gentile. Ognuno ha una sua caratteristica e un suo segno di riconoscimento. Leggere “Brothers” significa immergersi in una realtà fatta di reali persone e cose, precipitare nell’oscurità (con un relativo appiattimento di tutti i personaggi) e poi riemergere, e ritrovarli tutti di nuovo lì.

Alessia Sicuro

Laureata in lettere moderne, ha in seguito ha conseguito una laurea magistrale alla facoltà di filologia moderna dell'università Federico II. Ha sempre voluto avere una visione a 360 gradi di tutte le cose: accortasi che la gente preferisce bendarsi invece di scoprire e affrontare questa società, brama ancora di tappezzare il mondo coi propri sogni nel cassetto. Vorrebbe indossare scarpe di cemento per non volar sempre con la fantasia, rintagliarsi le sue ali di carta per dimostrare, un giorno, che questa gioventù vale!

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