Il brainch della domenica: “Ero forestiero e non mi avete ospitato”

 

Cari lettori,
dopo aver tanto discusso di ius soli, nei giorni scorsi il Governo italiano ha levato un grido di lamento straziante che ha commosso i cuori dell’Europa e mobilitato un’imponente gara di solidarietà verso i poveri ministri, esausti e stremati dall’accogliere i migranti sulle nostre coste.

Avreste dovuto vederli, Gentiloni col suo aplomb impomatato da orata al cartoccio, e Minniti con una fervida enfasi che non ti aspetteresti da chi farebbe manganellare anche sua madre, mentre si rivolgevano ai vertici europei implorandoli di sostenere l’Italia nel suo insostenibile sforzo d’accoglienza.

Avreste dovuto assaporare le lacrime da coccodrillo dei Sommi Capi (così chiamati non in virtù del loro ruolo, ma per la limitata capacità di governare, appunto, per sommi capi) mentre costernati si prostravano alle ragioni italiane adducendo copiose scuse e spergiurando tutto l’impegno possibile.

Il Brainch della domenica
Illustrazione a cura di Antonella Monticelli

“La questione ci sta molto a cuore”, parole di Angela Merkel“Bisogna sostenere l’Italia e la Grecia, che si sono dimostrate eroiche”, aggiungeva Jean-Claude Juncker, a cui dobbiamo riconoscere di aver avuto almeno il buongusto di citare anche la Grecia in questa patetica dimostrazione di empatia.

A proposito di Grecia. Mentre i media si accalcavano intorno al tavolo dei big europei, Tsipras annunciava, alla conferenza dell’Economist, l’uscita del suo Paese dal programma di aggiustamento nel 2018, “in modo chiaro e senza aver bisogno di una linea di credito”.

Quella Grecia umiliata, bistrattata, derisa e soggiogata, che accoglieva i migranti come e più dell’Italia senza sbattere i pugni o strapparsi le vesti, trovava la dignità di rialzarsi e scrutare un barlume di speranza oltre quest’orizzonte di perbenismo putrido e ipocrita piaggeria.

Ma per le telecamere era più ghiotta l’occasione di saturare i musi pallidi di chi, in favore e per letizia dei cartelli con scritto “Stop invasione!”, ammetteva la necessità di un cambio di rotta.

Tuttavia, bisogna dar merito a Gentiloni di aver palesato con efficacia più o meno voluta la tragica inutilità delle politiche attuate finora dall’Unione Europea in materia di accoglienza e integrazione, dal Frontex agli hotspot (che dovrebbero fungere da centri di smistamento unici e da cui invece passa meno del 30% dei migranti totali), passando per il sistema delle quote “obbligatorie” che tanto obbligatorie poi non sono, dato che non vengono rispettate da Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria.

Appare davvero ridicolo parlare di Unione quando su un tema così delicato come quello dei migranti ognuno è libero di fare il cavolo che gli pare. Dai muri di filo spinato alla sospensione del trattato di Schengen, passando per respingimenti sommari (come quello appena attuato dai francesi a Ventimiglia) e politiche estere che definire scellerate sarebbe una lode da stilnovisti (vedasi gestione delle Primavere Arabe).

Pare che l’Italia stia valutando, come misura estrema, di chiudere i porti alle navi delle ONG che non battono bandiera italiana. Un ricatto infantile, destinato a rimanere tale, ma gravissimo anche soltanto nella sua concezione. Minacciare di sbarrare le porte alle ONG, su cui in questi mesi è stata già gettata ogni possibile croce, è una provocazione non solo volgare, ma disumana.

Mi chiedo con quale sufficienza possano, le stesse persone che oggi s’indignano e strepitano all’omicidio per la morte annunciata di un bambino, condannare a morte centinaia di migranti – fra cui anche bambini, ovviamente – nei gorghi amari del Mediterraneo in cui già migliaia di vite sono annegate nell’abbandono.

“Le due settimane a bordo mi hanno impresso un tatuaggio nuovo: una scala di corda che pesca nel vuoto. Dal suo ultimo gradino ho visto spuntare una per una le facce di chi risaliva dal bordo di un abisso. Stipati in una zattera, scalavano i gradini della loro salvezza”.

È il racconto che Erri De Luca fa della sua esperienza a bordo della Prudence, nave di Medici Senza Frontiere, in Se i delfini venissero in aiuto, libricino scritto apposta per confutare “calunnie e voci a vanvera sui soccorritori di naufraghi”. Una lettura che consiglio: spigolosa nella sua crudezza, preziosa nella sua testimonianza, utile per ascoltare sul tema qualcuno che ha interessi che non siano elettorali, come i Grillo e i Salvini di turno.

Riuscirà dunque l’Europa a cambiare rotta? Chi scrive lo ritiene necessario ma difficile, improbabile. Basti pensare che in Italia l’unico canale umanitario regolare è quello gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, che prevede soltanto mille arrivi in due anni. Replicare su larga scala quest’esempio, con il contributo fattivo di Governi e istituzioni comunitarie, potrebbe essere un buon punto di partenza.

Poi, certo, bisognerebbe intervenire anche altrove, e precisamente sull’ignoranza dilagante. Quella sì che è un’invasione incontrollata. Nella mia ridente cittadina di 90 mila abitanti, ad esempio, lo smistamento di 250 migranti ha provocato rivolte, ribellioni e sollevamenti popolari come neppure dopo un omicidio di camorra.

Potete trovarli tutti lì, pronti a difendere i valori cristiani e ad ascoltare il Vangelo ogni domenica, col crocifisso in casa ed i santini nel portafogli, vestiti di un brillante bon ton da gente perbene fino alle porte di casa propria, bravissimi a inneggiare a Cristo e liberare Barabba, per farsi terrorizzare da una manciata di stranieri come stessero fronteggiando gli scagnozzi di Erode.

Considerate, adesso, che 250 sono all’incirca gli idioti che incontro ogni mattina nel tragitto da casa alla stazione, tra chi lascia le porte dell’ascensore aperte e chi ci fuma dentro, chi parcheggia davanti al garage, chi non si ferma agli stop, chi lascia spazzatura ovunque, chi svolta senza freccia, chi mi cammina addosso pur di arrivare mezzo secondo prima e chi attraversa i binari rischiando di finire sotto al treno.

Avrete quindi un’idea precisa della drammaticità della situazione: la mia. Forse dovrei scappare anch’io – dai miei concittadini; ma purtroppo non so nuotare. Se solo i delfini venissero in aiuto…

Buona domenica, lettori cari.

Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli

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