Circumvesuviana ancora e ancora…

Non bastano più i mille ritardi, i treni che si spera passino ma che la maggior parte delle volte non partono. Non bastano più i disagi, gli scioperi, i tagli, gli aumenti. No. A completare il quadro già tragico dell’ente autonomo si aggiungono atti di vandalismo che provocano danni non solo ai già disastrati vagoni ma anche agli ignari passeggeri che con l’idea di tornare a casa, si ritrovano in ospedale.

L’ultimo gravissimo episodio di vandalismo, avvenuto martedì 2 febbraio sulla tratta Napoli-Poggiomarino non solo ha distrutto un vetro di un finestrino, con il lancio di una pietra, del treno interessato ma ancor peggio ha causato danni ad una studentessa, ferita al naso, alla spalla e al mento ma prontamente portata in ospedale.

Gli autori dell’atto non possono essere identificati e i danni restano irreparabili, o quasi. Se si guarda ‘solo‘ ad un vetro rotto e ad una ragazza che fortunatamente non ha riportato ferite ingenti, allora la parola irreparabile sembra essere esagerata.

Ma nulla meno che esagerato può essere additato ad atti di pura violenza praticati a casaccio.

Subire sembra essere la parola d’ordine per il nostro Paese e così per Napoli. Violenze gratuite sono ormai ciò che contraddistingue le cronache italiane. Peggiorare, si continua a peggiorare. E se fossero le stesse persone che si lamentano dei mancati servizi della Circumvesuviana a danneggiarla ulteriormente? E se fossimo noi cittadini che tendiamo a predicare bene e razzolare male?

Utopicamente sarebbe bello poter lottare solo per far rispettare i nostri diritti, invece la realtà è un’altra: ci ritroviamo a dover lottare anche contro forme di vandalismo, di inciviltà, a dover affrontare ancora pericoli causati dalle stesse persone che probabilmente ci passano accanto durante una passeggiata a via Toledo.

La Circumvesuviana sicuramente non va annoverata tra i servizi che fanno splendere la città di Napoli, i servizi stentati restano e probabilmente, se continueremo così, la situazione degenererà non per i mancati fondi ma per la devastazione che provochiamo noi.

Quando il disservizio si lega indissolubilmente all’inciviltà, le prospettive di rinascita sembrano svanire sotto i nostri occhi.

Alessandra Vardaro

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