“Quanti anni sono passati da quel remoto pomeriggio di Giugno? Più di trenta. Eppure, se chiudo gli occhi, Micòl Finzi-Contini sta ancora là, affacciata al muro di cinta del suo giardino, che mi guarda e mi parla.”
Indimenticabile incipit del romanzo più famoso della scrittore italiano Giorgio Bassani, “Il giardino dei Finzi-Contini”, edito nel 1962 presso Giulio Einaudi Editore. Nello stesso anno vinse il Premio Viareggio e otto anni più tardi, nel 1970, il regista Vittorio de Sica ne fece un film omonimo in cui parte della sceneggiatura fu affidata proprio a Bassani.
“Ricordo la prima a Gerusalemme – racconta Christian De Sica – ero seduto vicino a mio padre che aveva accanto Golda Meir e vicino a mamma c’era Moshe Dayan. Scorrono i titoli di coda e l’applauso non parte, mio padre mi stringe il braccio: ‘Non è piaciuto’. Quando si accesero le luci, tutto il pubblico piangeva. Vedere Golda Meir con le lacrime agli occhi è un’emozione che mi porto ancora dentro. Poi ricordo gli applausi, e la felicità di papà”.
Giorgio Bassani era nato a Bologna nel 1916, esattamente cento anni fa, da una famiglia di origine ebraica. Dopo la laurea in Lettere, con una tesi su Niccolò Tommaseo, cominciò l’attività letteraria ed editoriale.
Fu un attivo antifascista durante la guerra e queste sue posizioni lo fecero anche finire in carcere per poco tempo.
Presso Botteghe Oscure, di cui era redattore, fece pubblicare opere di autori, a quei tempi, poco conosciuti come Dylan Tomas, oltre che a diffondere quelle di Giorgio Caproni, Italo Calvino e Pasolini.
Nel 1956 pubblicò Cinque storie ferraresi che gli valse il prestigioso Premio Strega.
Fu anche poeta: pubblicò le sue poesia in volumi distinti, poi nel 1982 verranno raccolte sotto l’unico titolo In rima e senza.
Del 1958 è, invece, un’altra opera importante, Gli occhiali d’oro incentrata sull’omosessualità e sull’emarginazione.
Interessante è il caso di un romanzo importantissimo per la letteratura italiana del Novecento: è grazie a Giorgio Bassani — che in quegli anni divenne il direttore editoriale della casa editrice Feltrinelli — che il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”, già rifiutato da Elio Vittorini più volte, riuscì a vedere la luce e ad essere finalmente pubblicato!
Fece pubblicare in anteprima mondiale il capolavoro di Boris Pasternak, “Il dottor Zivago”, nel 1957 presso Feltrinelli e intervenne nella divulgazione di scrittori come Jorge Luis Borges e Karen Blixen.
Il successo però lo raggiunse con la pubblicazione de Il giardino dei Finzi-Contini nel 1962, un romanzo di formazione in cui Bassani racconta la vita di una ricca famiglia di Ferrara, del periodo del fascismo e delle leggi razziali.
«Io riandavo con la memoria agli anni della mia prima giovinezza, e a Ferrara,
e al cimitero ebraico posto in fondo a via Montebello».
Giorgio Bassani s’impegnò anche socialmente nell’associazione Italia Nostra creata per la difesa del patrimonio artistico e naturale nazionale.
Malato e anziano, muore il 13 aprile del 2000 a Roma.
Maria Pisani