Alla conferenza tenutasi il 28 gennaio scorso a Riyad, Matteo Renzi ha tenuto il famigerato colloquio con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Durante l’incontro, l’ex presidente del consiglio sembrava pendere dalle labbra di quest’ultimo, identificando il Regno Saudita come il “centro del nuovo Rinascimento”, dimenticando che l’Arabia Saudita sopprime i diritti civili, sociali e politici, anche sanguinosamente.
Matteo Renzi sembra essere in ottimi rapporti con i Bin Salman, famiglia al potere nella monarchia assoluta Saudita. Infatti, il capo politico di IV ricopre ormai da anni un incarico retribuito (si parla circa di 80mila euro annui) nel comitato consultivo del Future Investment Initiative, forum internazionale vede tramite la partecipazione di personaggi pubblici di spicco provenienti da tutto il mondo per discutere le trasformazioni dell’economia globale e il futuro degli investimenti, ma in realtà punta a ripulire l’immagine della monarchia araba a livello internazionale. Nell’incontro presieduto dal principe Mohammed Bin Salman il 28 gennaio 2021 nella capitale saudita, la mina vagante del nostro parlamento non ha fatto altro che complimentarsi adulatoriamente con MbS, elogiando i risultati raggiunti da Riyad, parlando dell’eccellenza del sistema educativo, del basso costo del lavoro e affermando che il regime teocratico guidato da Re Salman sarà il centro di un futuro neo-rinascimento.
Sfortunatamente, la realtà è estremamente diversa da quella raccontata dall’ex sindaco di Firenze: l’Arabia Saudita, infatti, è più vicina al medioevo che al rinascimento, e Matteo Renzi non si rende conto che quello che lui descrive come un “paradiso terrestre” non è altro che una spietata dittatura di matrice ultra-religiosa, e come tale è fondata sul terrore, sulla soppressione, sul pensiero unico. Infatti, come confermato dalla CIA nei giorni scorsi, le responsabilità saudite (e di bin Salman) sull’assassinio del giornalista Jamal Kashoggi sono acclarate, e chi osa criticare il potere saudita oppure i precetti dell’Islam wahabiti, e semplicemente chiunque provi a pensare con la propria testa, viene considerato “dissidente” e successivamente perseguitato e spesso eliminato.
L’ex segretario del partito democratico sembra non avvedersi di tutto ciò, rendendosi complice del processo di occultamento dei crimini contro l’umanità commessi dalla famiglia reale Al Saʿūd tramite eventi di facciata come il FII. Come già ricordato, egli stesso ha partecipato più volte al forum nel corso degli anni, affermando inoltre che mantenere saldi i rapporti con l’Arabia Saudita è essenziale, ribadendo che si tratta di un fedele alleato dell’Occidente, imprescindibile nel contesto delle relazioni internazionali in Medio Oriente. Le relazioni con l’Arabia dovrebbero però essere impostate in maniera opposta rispetto a quelle intrattenute da Renzi: dovrebbero essere volti a denunciare le infinite violazioni dei diritti umani e non tesi a legittimare quella che è una dittatura totalitaria vera e propria. Nemmeno in seguito agli avvenimenti degli ultimi giorni, che vedono bin Salman accusato di un coinvolgimento diretto nell’uccisione del giornalista del Washington Post dopo i risultati dell’indagine, colui che siede nel Senato del Parlamento Italiano non accenna a dare chiarimenti al riguardo, dando dimostrazione del fatto che le sue azioni politiche non rispettano nessuna etica ne morale, ma puntano soltanto a saziare il suo ego.
Per Renzi i diritti civili di 34 milioni di cittadini Sauditi valgono 80mila euro all’anno. Così, una volta corrisposta la parcella pattuita, nei 20 minuti di intervista con MbS, tra risate e lusinghe, l’Arabia Saudita diventa un modello su cui scommettere e quasi da imitare, e un alleato che deve essere aiutato nel suo percorso di crescita. L’opinione pubblica però si chiede: com’è possibile che un elemento che ha “amicizie” del genere faccia ancora parte del nostro sistema politico? Attendiamo tutti con ansia spiegazioni dal leader di Italia Viva, chiarimenti che tardano ad arrivare nonostante le molte e accese polemiche sul suo conto. Nessuna dichiarazione però sarà sufficiente a farci comprendere il motivo di questa relazione a dir poco vergognosa: l’unica cosa giusta che a Renzi rimane da fare è uscire definitivamente dalla vita politica a testa bassa, perché calpestando i diritti dei cittadini Sauditi calpesta i diritti di noi tuttə, e questo nel XXI secolo è inconcepibile. Questa volta l’hai sparata grossa caro Matteo, speriamo vivamente di non rivederti più.
Gennaro Palumbo