La sponsorizzazione dell’hashtag #ReferendumCostituzionale da parte del comitato Basta un Sì sta facendo discutere tutta la twittersfera a causa del silenzio elettorale.
Tra gli utenti c’è chi si interroga sulla liceità di una pubblicità a pagamento che di fatto associa il referendum ad un voto ben preciso.
Tra chi voterà No alcuni hanno messo in evidenza il fatto, tacciando il Comitato per il Sì di non avere senso etico.
Mentre fra i politici la prima a commentare l’avvenimento è stata Barbara Saltamartini, ex-PdL ed ora tra le fila di Lega Nord – Noi con Salvini:
COSA GARANTISCE LA LEGGE
La legge 4 aprile 1956 n. 212 tutela il silenzio elettorale nella giornata precedente al voto, esso recita al suo articolo 9:
«nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda. Nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali».
Nel 1985 il legislatore normò anche la comunicazione radiotelevisiva, infatti all’articolo 9-bis si legge:
«nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni è fatto divieto anche alle emittenti radiotelevisive private di diffondere propaganda elettorale».
L’espressione “manifesti di propaganda” è generica e non assimilabile alla pubblicità su un social network. Di certo sarebbe necessario rivedere le disposizioni alla luce del implicazioni del web 2.0.
Valerio Santori
(twitter:@santo_santori)