Dopo le elezioni del 3 e del 4 settembre, a seggi chiusi, Torino non ha ancora un sindaco e i due candidati Stefano Lo Russo e Paolo Damilano vanno al ballottaggio. Il candidato del centro-sinistra Stefano Lo Russo sostenuto da PD e da altre liste civiche di sinistra presenti sul territorio ha ottenuto un ottimo 43,86% dei voti, con il Partito Democratico (PD) si è posizionato come primo partito. Paolo Damilano candidato di centro-destra e sostenuto da Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia ha totalizzato il 38,9% dei voti. La lista associata al candidato Paolo Damilano ha ottenuto più voti rispetto alle liste collegate direttamente ai partiti nazionali fortissimi nei sondaggi, Lega Nord e Fratelli D’Italia.
Stefano Lo Russo, 45 anni, è docente di Geologia al Politecnico di Torino ed è stato eletto per la prima volta al Consiglio Comunale nel 2006 nelle file dell’Ulivo, è stato poi rieletto nel 2011 nelle liste del PD come Assessore all’Urbanistica e nel 2016 ha assunto il ruolo di capogruppo consiliare essendo il candidato con più preferenze.
Paolo Damilano, 55 anni, famiglia originaria delle Langhe, è un imprenditore del settore delle acque minerali e del vino a Barolo, è proprietario di due attività commerciali in città ed è stato presidente del Museo nazionale del cinema e della Film Commission. Finora abbastanza estraneo alla politica, è amico personale del vicesegretario leghista nonché ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Il Movimento Cinque Stelle, alla guida della città durante gli scorsi 5 anni, dopo la decisione di Chiara Appendino di non candidarsi per un secondo mandato, ha schierato Valentina Sganga, 35 anni laureata con lode in Scienze del governo e dell’amministrazione all’Università degli studi di Torino. Capogruppo uscente al Comune, la sua carriera politica è cominciata nel 2010 con la raccolta firme per il referendum sull’acqua pubblica. La candidata M5S ha ottenuto il 9,01% dei voti ed ha dichiarato che non fornirà indicazioni di voto ai propri elettori per il ballottaggio, che si terrà tra due settimane, domenica 17 e lunedì 18 ottobre.
L’affluenza alle urne resta bassa anche a Torino, dove si è recato a votare il 48% della popolazione con una netta diminuzione rispetto alle elezioni del 2016 in cui è stata eletta Chiara Appendino. Allora l’affluenza alle urne si attestò al 57%. Nella scorsa tornata elettorale, l’affluenza era stata molto alta nei quartieri periferici mentre questa volta, proprio nelle periferie, l’affluenza è calata bruscamente, di molti punti percentuali.
Questo stato di cose ha finito per favorire il centro-sinistra, che parte in vantaggio rispetto all’avversario anche per il ballottaggio che si terrà fra due settimane. Tuttavia il margine è tale da rendere pericoloso qualsiasi pronostico. Per conoscere il nome del nuovo sindaco di Torino bisognerà aspettare.
Sabrina Carnemolla