Il giorno denominato election day ha eletto Donald Trump quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il repubblicano ha difatti superato la quota di 270 Grandi elettori utili per l’elezione alla Casa Bianca.
Immediato il telegramma di Putin: «Spero che potremo lavorare insieme», mentre la Clinton, secondo quanto affermato dal neo-eletto presidente, incassato il colpo, avrebbe riconosciuto la propria sconfitta.
Il partito repubblicano si aggiudica anche altre vittorie in questa tornata elettorale: conquista sia la maggioranza in Senato – 51 seggi a fronte dei 46 andati ai Democratici –, sia la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti con 239 seggi, mentre solo 193 vanno ai Democratici.
Hillary Clinton, disattese le aspettative, riesce ad aggiudicarsi solo Oregon, Washington, California, Nevada, Colorado, New Mexico, Illinois, Minnesota, New York, Washington D.C., Maryland, Virginia, Delaware, New Jersey, Connecticut, Vermont, Maine, Massachusetts, Rhode Island, Hawaii. Stati come il Wisconsin, il Michigan e la Pennsylvania hanno dunque deciso di virare in direzione repubblicana. Persi gli appoggi fondamentali anche in Ohio e Florida.
Diversamente, il voto popolare, dunque il consenso raccolto al di là del sistema previsto per i Grandi elettori, avrebbe eletto presidente la Clinton con il 47,7% dei consensi a fronte del 47,5% di Trump. Le prime statistiche avevano invece indicato il candidato repubblicano quale vincitore anche per il voto popolare col 47,9%, mentre era stato stimato il 47,3% dei consensi per la candidata democratica.
Durante l’election day i quesiti cui hanno dovuto rispondere i cittadini sono stati anche di altra natura: in alcuni Stati si è votato anche per la legalizzazione della marijuana e il ripristino della pena di morte.
Il Nebraska, che ha appoggiato Trump alla presidenza, ha ripristinato la pena capitale, abolita nel 1997.
I democratici California e Massachusetts hanno invece appoggiato la legalizzazione della marijuana per uso ricreativo.
San Francisco ha invece approvato la soda tax, ossia una tassa applicata sulle bevande zuccherate al fine di contrastare l’obesità e il diabete.
Rosa Ciglio