In questa seconda settimana di agosto non tarda ad arrivare il solito appuntamento del venerdì con la rubrica “Il Ventre di Napoli“. Se la settimana scorsa ‘o Munaciello ha dato inizio al mese dedicato alle leggende del folklore partenopeo, quest’oggi vi proponiamo uno spirito benevolo e propiziatorio: a‘ bella ‘Mbriana.
«Bonasera bella ‘mbriana mia
ccà nisciuno te votta fora
bonasera bella ‘mbriana mia
rieste appiso a ‘nu filo d’oro
bonasera aspettanno ‘o tiemppo asciutto
bonasera a chi avanza ‘o pere c’ò core rutto
che paura a primmavera
nun saje cchiù che t’haje aspettà
e che succede»
Nelle parole immortali di Pino Daniele è possibile scorgere una dimostrazione di come e quanto a Napoli sono ancora tramandate alcune leggende secolari che finiscono per influenzare e stimolare i suoi figli partenopei. Il noto cantante partenopeo Pino Daniele ha titolato proprio “Bella ‘Mbriana” una delle sue più popolari canzoni e da questa canzone prese il titolo un intero album pubblicato nel 1982.
Bonasera bella ‘mbriana mia
Chissà che non vi sia mai capitato di sentire: «Bonasera bella ‘mbriana mia», pronunciato da uno dei vostri nonni durante il rientro a casa. La bella ‘Mbriana sceglieva una casa e vi abitava al proprio interno, mostrandosi in rari momenti della giornata e in particolare al mattino quando i raggi solari forti ed impetuosi attraversavano le tende delineando l’immagine di una donna. Il suo nome “’Mbriana“ ha origine proprio da questo suo modo di mostrarsi agli altri: deriverebbe da un’antichissima etimologia latina con il significato di meridiana, alludendo al fatto che questa donna si mostrasse solo durante le ore di giorno e cioè quando si manifestasse il sole.
La presenza di questo spirito pare che attirasse energia positiva in tutta la casa e, secondo vox populi, è uno spirito che sceglieva un’abitazione e vi poneva le proprie attenzioni e tutele. Non a caso, lo stesso popolo vi prestava dedizione e soprattutto rispetto salutandola ogni volta che si entrasse in casa, lasciandole una sedia vuota affinché potesse sedersi e sentirsi ospitata. La bella ‘Mbriana, spirito benevolo e propiziatorio, ma guai ad offenderlo: si diceva che fosse molto suscettibile, capace tra l’altro di fare dispetti e di portare alla morte di un familiare. Attenzione a parlare davanti a lei di un eventuale trasloco: “Casa accunciata morte apparecchiata”, si sarebbe attirata tutta la sua ira.
Dove affondano le radici di questo spirito?
La storia della bella ‘Mbriana affonda le proprie radici in antiche leggende e tradizioni che hanno segnato per secoli la città partenopea; è certamente una leggenda che si sostiene come tante altre su credenze e superstizioni, come se fossero dei riti che hanno segnato e tutt’ora segnano la città di Napoli. Pare che la bella ‘Mbriana fosse una principessa dal volto angelico, la quale vagava nei vicoli di Napoli — secondo molti— in cerca del proprio amato. Sì, la bella ‘Mbriana ricevette una forte delusione di amore e, da quel giorno essa vagava per le strade della città accolta e sfamata e il re, suo padre, in cambio vi ricompensava con dei doni anonimi. Nasce così la leggenda di questo spirito, la cui presenza portava benessere, salute e armonia: nasce lo spirito della casa.
“Fanno diventar bello un brutto, arricchire un povero, ringiovanire un vecchio. Nel bel numero è la Bella ‘Mbriana, un vero augurio della casa. Qualche popolana, ritirandosi, la saluta: «Bona sera, bella ‘Mbriana!». E, così, se la propizia.”
(Giuseppe Pitrè, Curiosità popolari tradizionali del 1890)
La bella ‘Mbriana era dunque considerata come un fascio di luce impetuoso che attraversava la casa, la quale portava serenità e speranza soprattutto nei momenti più bui; uno spirito che si contrapponeva a quello nero del Munaciello, dispettoso e visto come un’anima nera della casa.
Bruna Di Do