Il testo della manovra finanziaria 2024, dall’ammontare complessivo di 24 miliardi, ha iniziato il suo iter in Parlamento partendo dal Senato. Tra i numerosi provvedimenti inseriti nella legge, il taglio alle pensioni di medici, insegnanti e statali (circa 700mila dipendenti pubblici) e l’aumento dell’IVA su alimenti e prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile sono stati fin da subito oggetto di forti critiche e contestazioni da parte dei sindacati, delle opposizioni e delle categorie interessate.
I sindacati dei medici e dei professionisti sanitari hanno dichiarato formalmente lo stato di agitazione e annunciato uno sciopero generale nella prima data utile. Per Pierino Di Silverio, segretario di Anaao Assomed – Associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani – se il taglio alle pensioni di medici verrà approvato «si rischia un abbandono massiccio del Servizio Sanitario Nazionale da parte dei professionisti assunti con Ccnl – l’SSN rischia di crollare».
La manovra di bilancio è arrivata in Parlamento in forma blindata: nessun emendamento da parte dei partiti della maggioranza. Il governo ha esplicitamente chiesto ai suoi deputati e senatori di non presentare richieste di modifica al fine di accelerare l’approvazione, mostrare compattezza, e soprattutto rassicurare i mercati sull’attendibilità della manovra in vista del giudizio sul rating di Moody’s il 17 novembre. Una decisione senza precedenti, mai adottata prima da nessun governo neanche nei periodi di crisi finanziaria, e fortemente criticata dalle opposizioni che l’hanno definita una forma di “bullismo istituzionale”.
Manovra 2024: raddoppia l’IVA su alimenti e prodotti per l’infanzia e igiene femminile
La riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti e servizi per l’infanzia come incentivo alla natalità “in un paese che non fa più figli” era uno dei punti forti del programma elettorale di questo Governo. Obiettivo a cui ha ufficialmente rinunciato con questa legge di bilancio, che introduce un importante aumento dell’IVA proprio sugli alimenti e prodotti indispensabili per la crescita di neonati e bambini e, non da ultimo, su quelli per l’igiene femminile.
La manovra prevede non un semplice aumento, ma un raddoppio dell’IVA dall’attuale 5% al 10 % dei prodotti alimentari di neonati e bambini (tra cui il latte in polvere e liquido e tutte le preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole ed estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti), dei pannolini e di tutti i prodotti per l’igiene femminile. L’IVA dei seggiolini auto, la cui installazione è obbligatoria, passa dal 5 al 22%. Aumenti significativi che peseranno sulle famiglie italiane e sui futuri genitori, in un paese dove fare figli costa già tanto, e che di certo non favoriranno l’auspicato aumento della natalità.
Taglio alle pensioni di medici, insegnanti e statali
La proposta di legge di bilancio presentata dal governo prevede un importante taglio alle future pensioni di medici ospedalieri e professionisti sanitari, insegnanti di asili nido e scuole elementari, ufficiali giudiziari, aiutanti COAU e dipendenti degli enti locali, per un totale di circa 700mila lavoratori statali.
L’art. 33 della manovra introduce la revisione delle aliquote di rendimento per le quote retributive delle pensioni che saranno liquidate a partire dal 1 gennaio 2024. Secondo l’analisi dell’ufficio previdenza sociale dalla Cgil «il taglio legato al ricalcolo contributivo può portare a una perdita annua fino al 17,2% della retribuzione e un mancato guadagno calcolato sull’attesa di vita che può arrivare a 111.231 euro per un lavoratore che ha una retribuzione lorda da 50 mila euro e a 51 mila euro per una retribuzione da 25 mila euro».
Per la segretaria della Cgil Lara Ghiglione «il Governo fa cassa sulle pensioni dei pubblici e nonostante i tanti slogan e le promesse elettorali è addirittura riuscito a fare peggio della legge Monti-Fornero. La modifica delle aliquote di rendimento per i pubblici è sbagliata e ha per noi dei profili di incostituzionalità. Dopo il tanto lavoro svolto, anche durante il Covid, dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto sanità, questa è la ricompensa dell’Esecutivo. Per queste ragioni – conclude – sarà fondamentale aderire agli scioperi e alle manifestazioni proclamate insieme alla Uil a partire dal 17 novembre».
Medici in rivolta pronti allo sciopero, rischio fuga dal SSN
A causa della manovra 2024 del Governo, i sindacati dei medici hanno proclamato lo stato di agitazione, indetto assemblee in tutte le aziende sanitarie e dichiarato formalmente l’intenzione di indire uno sciopero nella prima data utile. L’aspetto più preoccupante è quello relativo alla possibile fuga dal Servizio sanitario nazionale (SSN) di medici ospedalieri e di professionisti sanitari assunti con Ccnl, che hanno già maturato o matureranno a breve i requisiti pensionistici.
Per il segretario di Anaao Assomed «si delinea un quadro nero per una Sanità pubblica già in crisi: alla più che probabile uscita di circa 6mila professionisti sanitari si deve infatti sommare l’uscita di altri circa 4mila medici che ogni anno vanno generalmente in pensione pur non avendo maturato i requisiti. Numeri che vanno ad aggiungersi alla carenza di personale negli ospedali che attualmente è già stimata in almeno 15mila unità».
Secondo quanto dichiarato da Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED, saranno gli stessi sindacati a invitare gli iscritti con i requisiti a presentare subito la domanda di pensione, usando tutte le ferie arretrate, in modo da non essere penalizzati dal provvedimento. «Se con questa manovra il Governo intende spingere i medici ad abbandonare il Servizio Sanitario Nazionale daremo con piacere loro una mano. E quando i pazienti che si recheranno in ospedale troveranno ancora meno professionisti a curarli, sapranno chi ritenere responsabile. Dinanzi a questo ennesimo voltafaccia, non intendiamo restare in silenzio, e siamo costretti a iniziare un nuovo percorso sindacale meno disponibile a collaborare con le Istituzioni».
Martina Pietrograzia