A settembre, quando i ragazzi sono rigenerati dalle lunghe vacanze estive, la scuola riprende a funzionare: banchi, sedie, lavagne e laboratori sono tutti al loro posto dopo essere stati sottoposti alle dovute revisioni e le classi sono pronte ad essere riempite dai giovani, da ogni tipo di docente e da tutto il personale. Purtroppo, in alcuni casi, anche a scuola si creano delle barriere che mettono in difficoltà i ragazzi affetti da disabilità fisica e che hanno bisogno di sostegno.

Capita spesso che i ragazzi disabili a scuola abbiano bisogno di ascensori per raggiungere la propria classe o delle scale a norma di legge. Ma non finisce qui: certe volte sono messi a disposizione degli studenti dei banchi e delle sedie molto scomode, di legno scadente e non stabili: quando si verificano tali circostanze, ogni alunno è costretto a dover provvedere alla propria postazione scolastica.

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Illustrazione a cura di Tony Baldini

Con estremo rammarico, le barriere non si creano solo intorno a chi è affetto da una disabilità fisica: nei casi in cui un alunno soffra di handicap psicologico, le scene offensive sono all’ordine del giorno. Si tratta di offese gratuite da parte di bulli e di quei ragazzi “forti” che mancano di compassione e di rispetto verso il prossimo e verso chi è più sfortunato: la conseguenza più comune è quella di isolare l’alunno che non riesce a stare al passo nell’apprendimento rispetto al resto dei compagni.

A svolgere un ruolo fondamentale nella scuola è il docente di sostegno: già dall’etimologia della parola, è possibile immaginare il compito portante che questo tipo di docente è chiamato a svolgere. L’insegnante di sostegno deve essere un vero e proprio supporto fisico e psicologico nei confronti di un allievo affetto da disabilità: deve aiutarlo quando cade una matita per terra, deve confortarlo nei momenti più tristi, deve seguirlo passo dopo passo nell’apprendimento delle discipline e delle materie scolastiche. 

Ogni docente di sostegno è capace di aiutare il proprio alunno per evitare che attorno ad esso si creino delle barriere di tipo fisico e psicologico: in particolar modo, ogni professore elabora un programma annuale e cerca di rispettarlo. Si tratta ovviamente di un programma non solo dedito all’apprendimento delle canoniche materie scolastiche, ma volto a formare una persona che è priva di sicurezza. Non si tratta solo di un sostegno didattico, ma di un aiuto puramente sociale: si cercherà di aiutare lo studente a socializzare con altri studenti, a distruggere l’apatia che lo accompagna e la discriminazione altrui. Attraverso un lavoro psicologico ed emotivo, il docente potrà ritenersi soddisfatto del suo lavoro: alla fine dell’anno potrà raccogliere i frutti del suo impegno ed essere felice per aver contribuito a formare una persona che sia più sicura, più forte e più serena.

Non può essere una posizione non eretta sulle proprie gambe, o qualche altra difficoltà psicologica, a limitare l’aspetto sociale. Nessuno può o deve essere costretto all’estraneità dalla società per qualche difficoltà. Le barriere non le creano solo scellerati architetti, ma anche il timore di confrontarsi con ciò che non è facile da considerare e valutare.

Buon anno scolastico a tutti.

 

Eugenio Fiorentino

Quotidiano indipendente online di ispirazione ambientalista, femminista, non-violenta, antirazzista e antifascista.

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