Cari lettori, avete il privilegio di fare parte del popolo più illuminato dell’intero universo: un popolo così eclettico da diventare commissario tecnico dopo ogni partita della nazionale, agente dei servizi segreti dopo ogni attentato, esperto di geopolitica dopo ogni elezione estera, nonché critico d’arte dopo la morte di ogni personaggio famoso.

Sono tante le occasioni in cui si vorrebbe semplicemente poter dire “chiudi la bocca”, ma il problema è che l’avvento dei social network ha reso superfluo l’utilizzo delle corde vocali per offrire in dono al mondo la propria preziosa onniscienza: adesso sono sufficienti le dita ed una connessione ad internet.

Il #brainch della domenicaInevitabile quindi che accada lo stesso in politica. D’altronde, un fenomeno di massa come il Movimento 5 Stelle ha potuto trasformarsi da elemento di rottura in alternativa di governo proprio grazie alla pervasività del web e alla sua universalità; questo a scapito, spesso, della lucidità di giudizio e dell’analisi critica.

Più volte i grillini sono stati tacciati (giustamente o a torto) di populismo, di propugnare un’ideologia spicciola, fondata sulle ingiurie, sull’insulto gratuito, sulla diffusione di notizie false in grado di titillare gli umori più viscerali del popolino, tenuto fino a quel momento a latere dell’agone politico e divenuto improvvisamente parte integrante del processo grazie all’adagio “uno vale uno” dai richiami vagamente orwelliani.

Ma il Movimento 5 Stelle nasce e si sviluppa sulla cresta emotiva dell’antipolitica, collocandosi quindi nel ventre pulsante dei fenomeni sociali antisistema. Che dire, invece, se la stessa logica viene acquisita dal partito di governo e da chi si fregia di rappresentare le istituzioni?

I renziani sembrano infatti aver compreso a fondo le dinamiche psicologiche alla base della rivoluzione pentastellata, al punto da averne acquisito alcune peculiarità – le più disdicevoli, naturalmente – e averle integrate nella propria dialettica.

Da veri Democratici con la D maiuscola, e ancor più da unico bastione contro il dilagare della barbarie, alle porte di un referendum che si profila uno spartiacque tra l’eden promesso e il ritorno all’oscurantismo, i renziani hanno nel tempo sviluppato quello snobismo spiccatamente radical chic di chi ritiene di essere predestinato a salvare il mondo dai cattivi, frammisto a una vena di sarcasmo sprezzante e fine a se stesso nei riguardi di tutto ciò che differisca dalla loro linea di pensiero.

I renziani di oggi sono quel genere di persona che ti guarda dall’alto in basso, che ti saluta con una molle stretta di mano, che guarda ossessivamente il cellulare in attesa dell’ultimo tweet con le direttive adatte su come ordinare il caffè al bar; quel genere di utente che pubblica battute che fanno ridere soltanto lui e il suo pacchetto di tessere, come “Venditore ambulante chiaramente proveniente da paesi di religione islamica passa tra gli ombrelloni con la radiolina sintonizzata sul rosario di Radio Maria. L’integrazione che funziona”.

Peggio ancora quando si passa a discutere di politica. Il renziano medio, infatti, per il solo merito di sostenere il Governo Renzi, è convinto di essere automaticamente migliore di tutte le altre persone sulla faccia della terra, e si sente in diritto di sminuire le loro opinioni, ridicolizzare i pareri contrari, all’occorrenza insultare e liquidare ogni discorso con gufi, ciaoni e offese di varia natura.

È il caso di Fabrizio Rondolino, giornalista a cui in un qualsiasi altro posto del mondo non sarebbe neppure consentito venderli, i giornali, uno di quegli ex-comunisti folgorati sulla via di Damasco a cui però la folgore, evidentemente, ha causato danni irreversibili. Questo “giornalista”, nelle sue esternazioni, ha più volte discriminato i meridionali e istigato alla violenza:

Le parole di Rondolino trasudano democrazia da ogni lettera
Le parole di Rondolino che trasudano democrazia da ogni lettera

Altro squisito esempio potrebbe essere Ivan Scalfarotto, uomo dalla consistenza politica pari a quella della tartarughina in letargo che ho in cucina, talmente paranoico da arrivare a deliri pubblici come quello che possiamo leggere di seguito:

Post facebook Scalfarotto
(Ma ce l’ha con me?)

Insomma, se credevamo di aver toccato il fondo con il celodurismo della Lega Nord o con il libertinaggio (chiamarlo liberismo sarebbe svilente) berlusconiano, ci sbagliavamo di grosso. Del resto, il bello del popolo italiano è quello di sapersi ogni volta reinventare: a volte in meglio, a volte in peggio, ma comunque quasi sempre in peggio.

Buona domenica, lettori cari.

Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli

2 Commenti

  1. Parole sante e quanto a Rondolino ( e lo scrive un insegnante): non ti curar del sorrisino beffardo di lui ma guarda e passa.
    Del resto cosa puoi aggiunger su uno che straparla il più delle volte di temi che non conosce?
    Il guaio delle trasmissioni tv è che non prevedono un canale diretto ed immediato di intervento degli spettatori.
    Ci fosse sto benedetto canale di feedback immediato, con Rondolino mi sarei divertito assai in almeno un paio di occasioni (entrambe le volte a Tagadà) e magari gli avrei anche dato un bel “3” ad honorem.
    Con notevole soddisfazione delle capre….
    Franco Labella

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